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mercoledì 12 luglio 2023

Oskar Lafontaine - Cosa dovrebbe fare la Ampelkoalition per fermare l'avanzata di AfD

"Per fermare l'impennata di AfD nei sondaggi, i partiti della Ampelkoalition dovrebbero tornare a fare una politica per la maggioranza mentre quello che resta della Linke, che vorrebbe diventare più verde dei Verdi, dovrebbe invece prendere atto della scoperta dello scienziato sociale Klaus Dörre, e cioè: i Verdi sono decisamente odiati dai lavoratori." Oskar Lafontaine, il leader storico della sinistra tedesca, ci spiega cosa dovrebbe fare il governo di Berlino per fermare l'avanzata di AfD. Dalle Nachdenkseiten.de




AfD sta diventando sempre più forte perché i suoi avversari si sono spostati nel campo della destra. I partiti e i media consolidati sono in difficoltà. Pur combattendo con le unghie e con i denti, AfD sta diventando sempre più forte. A Sonneberg, nel sud della Turingia, l'avvocato e politico di AfD Robert Sesselmann è stato eletto amministratore distrettuale. "Benzina piu' cara, elettricità più cara, gas più caro, cibo più caro - solo le scuse diventano sempre più economiche", ha scandito AfD, chiedendo "diplomazia invece di armi". In passato, la SPD, i Verdi o la Linke avrebbero usato manifesti o slogan di questo tipo in campagna elettorale. E invece dimostrano in maniera molto chiara perché questi partiti stanno perdendo sempre più elettori. Hanno perso di vista gli interessi di ampie fasce della popolazione. 

Per fermare l'impennata di AfD, i partiti della Ampelkoalition dovrebbero tornare a fare una politica per la maggioranza mentre quello che resta della Linke, che vorrebbe diventare più verde dei Verdi, dovrebbe invece prendere atto della scoperta dello scienziato sociale Klaus Dörre, e cioè: i Verdi sono decisamente odiati dai lavoratori. In nessuna parte della Germania c'è una percentuale piu' alta di lavoratori che lavora per il minimo salariale come a Sonneberg, e un salario minimo basso significa sempre meno pensione e meno sicurezza.



"Rispetto per voi"

Il giorno dopo l'elezione del politico di AfD ad amministratore distrettuale, la commissione per il salario minimo ha annunciato che il minimo salariale passerà da 12 euro a 12,41 euro l'anno prossimo e a 12,82 euro nel 2025. La direttiva UE per un salario minimo adeguato raccomanda un livello pari al 60% del reddito mediano. Per la Germania, questo sarebbe di 13,50 euro.

In occasione delle elezioni federali del 2021, la SPD aveva affisso dei manifesti che pubblicizzavano il futuro cancelliere Olaf Scholz con la promessa "Rispetto per voi". Si può immaginare cosa abbiano pensato i lavoratori con salario minimo del distretto di Sonneberg quando hanno saputo che i loro salari sarebbero aumentati del 3,4% l'anno prossimo e del 3,3% il 25 gennaio, dopo che i prezzi dei generi alimentari erano aumentati del 20% e i prezzi dell'energia erano appena esplosi.


Ultimi sondaggi elettorali con AfD seconda forza politica davanti alla SPD



Non si sono certo sentiti rispettati, ma umiliati e disprezzati. Se la commissione avesse pubblicato la sua proposta prima delle elezioni del consiglio distrettuale, l'uomo di AfD avrebbe fatto ancora meglio.

Ora l'amministrazione statale della Turingia sta esaminando se Sesselmann sia adatto a diventare amministratore distrettuale, anche perché AfD in Turingia viene classificato dal Verfassungsschutz come un movimento di estrema destra. Questo approccio non fa che favorire AfD. Più questo partito viene trattato ingiustamente, più sarà probabile che le persone che hanno un senso di equità e giustizia siano disposte a votarlo, nonostante le riserve sul suo contenuto. È inoltre politicamente alquanto stupido che il Bundestag tedesco abbia bocciato fino ad ora ogni candidato di AfD per la carica di vicepresidente del Bundestag.

E poiché l'emittenza pubblica, dominata dai partiti consolidati, discrimina in modo sproporzionato AfD, anch'essa di fatto sta contribuendo al suo rafforzamento. Tutti contro uno, ma non è questo quello che la gente vuole.



Combattere la destra di AfD, tuttavia, sta diventando sempre più difficile soprattutto perché i suoi avversari da tempo sono passati  al campo della destra. Non solo per l'ideologia economica neoliberista che plasma la politica economica e sociale di AfD, tanto quanto quella dei partiti della Ampelkoalition e della CDU. Basti pensare ai tagli sociali a Berlino-Neukölln con la riduzione degli aiuti ai senzatetto, la limitazione della pulizia nelle scuole e la chiusura delle strutture ricreative per i giovani.

Tipicamente di destra sono anche il crescente entusiasmo per la guerra, la richiesta di uno Stato autoritario e la cultura del divieto - sia che si tratti del gas per il riscaldamento, del motori a combustione o della libera espressione di opinioni non in linea con il governo. Il divieto di trasmettere RT Deutsch, poi, non è certo un'espressione di sovranità democratica.

Al più tardi dopo l'introduzione della cancel culture, della messa al bando degli eventi e l'incitamento dell'odio verso i dissidenti, non si può più trascurare il parallelo con gli Stati autoritari. Anche se i libri non vengono bruciati e a coloro che si oppongono al mainstream lo Stato non vieta di pubblicare, essi vengono tuttavia messi ai margini dai principali media e, nel migliore dei casi, avranno al massimo la possibilità di parlare nei talk show quando la loro opinione sbagliata dovrà essere criticata da tre o quattro persone che la pensano allo stesso modo.


Il militarismo e la creazione di un'immagine del nemico

Se non fosse per i social media, ostracizzati dai media tradizionali per la diffusione di disinformazione e di teorie complottiste, i like-minded resterebbero tra di loro. Durante la pandemia, tuttavia, abbiamo visto quanto questo possa essere devastante e minaccioso per la democrazia. Sebbene dopo pochi mesi fosse chiaro che quasi tutte le affermazioni sull'effetto dei nuovi vaccini erano false, ci sono voluti due anni perché l'edificio di menzogne crollasse. A volte gli animi erano così accesi da far temere che il Bundestag tedesco decidesse di rinchiudere tutti i non vaccinati nei campi o di espellerli.

Dopo la guerra in Ucraina, il militarismo e la creazione dell'immagine del nemico hanno trionfato. Nessuno dei partiti del Bundestag favorevoli alla guerra potrebbe, come AfD, sbandierare: "Diplomazia invece di armi", nemmeno la Linke, perché i suoi politici di spicco a Berlino, in Turingia e a Brema sono stati educati a giurare fedeltà alla Nato grazie alla loro partecipazione ai rispettivi governi regionali.

E chi del resto collabora con estrema facilità con gli ammiratori del collaborazionista nazista e pluriomicida di ebrei Stepan Bandera e promette loro un sostegno incondizionato, probabilmente avrà problemi di credibilità quando vuole combattere i "fascisti" come Björn Höcke.


venerdì 21 aprile 2023

Perchè l'appiattimento della Germania sulle posizioni atlantiste per i francesi è un problema

"Per quanto apprezzabili, le parole di Macron tuttavia non colgono il punto della situazione politica europea attuale. Soprattutto in Germania, la politica e i media mainstream preferiscono una fedeltà nibelunga all'impero d'oltreoceano" cosi' scrive l'ottimo Jens Berger che sulle Nachdenkseiten ci spiega perché l'attuale appiattimento della Germania sulle posizioni atlantiste segna una ulteriore frattura nel cosiddetto asse franco-tedesco. Dalle Nachdenkseiten




L'Europa dovrebbe lottare per avere una propria "autonomia strategica" e resistere alle pressioni che vorrebbero trasformarla nel "tirapiedi dell'America". Nella questione di Taiwan, non bisogna essere "subalterni". Altrimenti il rischio è quello di "diventare un vassallo degli Stati Uniti". Queste frasi non provengono da Oskar Lafontaine, che di recente aveva espresso posizioni simili sulle NachDenkSeiten, ma da Emmanuel Macron. Le reazioni sono state forti, soprattutto in Germania. Per quanto apprezzabili, le parole di Macron tuttavia non colgono il punto della situazione politica europea attuale. Soprattutto in Germania, la politica e i media mainstream preferiscono una fedeltà nibelunga all'impero d'oltreoceano. Di Jens Berger.

Bisogna riconoscere che il presidente francese Emmanuel Macron sa come sorprendere. Mentre le élite politiche tedesche fanno a gara nel dipingere la Cina come un "avversario del sistema" e un "rivale" con i toni più stridenti possibili, e nel consigliare all'economia tedesca di "diversificare i propri investimenti", il presidente francese si è recato nel Regno di Mezzo proprio nel periodo di Pasqua insieme ad una truppa di rappresentanti dell'economia dove ha discusso di investimenti per diversi miliardi di euro e parlato della situazione mondiale con il suo omologo cinese Xi, su un piano di parità e per ben sei ore. E già questo sembra notevole, visto che in Europa ormai sembra essere diventata prassi comune quella di comportarsi nel peggiore dei modi coloniali anche nei confronti di una potenza mondiale come la Cina.



Ma ancora più notevole, almeno per le orecchie tedesche, è stata l'intervista che Macron ha rilasciato sul volo di ritorno al portale mediatico statunitense "Politico", appartenente al gruppo Springer. Sembra quasi ricordare i tempi di De Gaulle, quando propagandava un'"Europa delle patrie" che distingueva chiaramente i suoi interessi - sotto la guida francese, ovviamente - da quelli degli Stati Uniti. Oggi in Germania si tende a dimenticare che l'integrazione europea, che in seguito avrebbe portato alla fondazione della Comunità europea con il Trattato di nascita della CE, è sempre stata intesa, soprattutto dalla Francia, come un modello opposto all'orientamento degli Stati Uniti e della NATO, come avveniva ad esempio in Gran Bretagna in quel periodo. De Gaulle vedeva la NATO come uno strumento degli interessi statunitensi, e infatti espulse le truppe NATO dal Paese e ritirò le truppe francesi dalle strutture militari della NATO nel 1966. Solo nel 2009, sotto Sarkozy, la Francia ha completato la piena reintegrazione delle sue strutture militari all'interno della NATO. I transatlantici hanno trionfato - anche se relativamente tardi - anche in Francia.

Tenendo presente questi contesti storici, le dichiarazioni di Macron appaiono meno sorprendenti. Che gli interessi di Francia e Germania non siano affatto congruenti con quelli degli Stati Uniti è ben noto, almeno ai lettori delle NachDenkSeiten. Soprattutto per quanto riguarda la Cina, le differenze sono evidenti. Mentre gli Stati Uniti vogliono disperatamente mantenere l'ordine mondiale unipolare con se stessi come unica superpotenza e - come nel caso dell'UE - conquistare tutti i concorrenti o, se ciò non è possibile - come nel caso della Cina - combatterli, l'UE, che dal punto di vista economico è strettamente interconnessa con la Cina, non può avere alcun interesse a essere trascinata in questo e altri conflitti al guinzaglio degli Stati Uniti.

L'Europa deve guardare ai propri interessi e anteporli a quelli degli Stati Uniti - questo è essenzialmente il messaggio di Macron. È chiaro che questo messaggio è diametralmente opposto non solo alle dottrine degli Stati Uniti, ma anche alle idee dei loro partigiani in Europa. Di conseguenza, non era difficile aspettarsi una dura critica alle dichiarazioni di Macron da parte dei media tedeschi fortemente influenzati dai potentati transatlantici e da parte dei politici tedeschi. Lo SPIEGEL ha immediatamente scritto che Macron è un "burattino della propaganda cinese" e i politici di tutti i principali partiti si sono superati nelle loro critiche al francese, secondo i quali avrebbe "perso il senno", come ha detto diplomaticamente il falco transatlantico Norbert Röttgen.

Macron ha perso il senno? Sì e no. In termini di contenuto, ovviamente, ha assolutamente ragione. Già nel 1987, lo storico Paul Kennedy, nel suo libro altamente raccomandato "The Rise and Fall of the Great Powers", aveva previsto i problemi legati all'ascesa della Cina e al relativo declino degli Stati Uniti e aveva messo in guardia dai cosiddetti "conflitti di erosione" in cui l'Europa non doveva farsi trascinare. Se ci si toglie le lenti del transatlantismo, le dichiarazioni di Macron sono poco spettacolari e in realtà anche poco controverse. Purtroppo, il resto dell'Europa indossa questi occhiali transatlantici ed è incapace di riconoscere i propri interessi. Non stiamo rischiando di diventare "vassalli", come dice Macron, ma lo siamo già.

Ed è proprio su questo punto che Macron probabilmente ha davvero perso il senno. Vorrebbe forse formulare una politica di sicurezza indipendente dagli Stati Uniti insieme alla Polonia? Buon divertimento. Vuole forse spiegare agli Stati baltici che i loro interessi non sono congruenti con quelli degli Stati Uniti? Divertitevi. Vuole convincere Annalena Baerbock che non è nell'interesse degli europei lasciare che gli Stati Uniti li trascinino nel conflitto di Taiwan? Mi sembra inutile.

Per questo l'intervento di Macron sembra soprattutto privo di efficiacia, un'eccezione "gollista" nel concerto transatlantico dei flauti dolci. Negli ultimi decenni si è parlato molto del tandem franco-tedesco che dovrebbe trainare l'Europa. Se prendiamo in parola Macron, però, risulta evidente che i componenti di questo tandem vogliono andare in direzioni opposte. Ma chi lo sa? Forse il "grande pasticcio" che la dottrina statunitense sta attualmente causando in Ucraina indurrà i politici tedeschi almeno a riaggiustare la bussola? Come tutti sappiamo, la speranza è l'ultima a morire.


mercoledì 5 aprile 2023

Seymour Hersh - Depistaggio e insabbiamento da parte dei servizi segreti americani per coprire i veri responsabili dell'attacco a Nord Stream 2

Secondo il grande giornalista americano Seymour Hersh sarebbe in corso una manovra dei servizi segreti americani per imboccare i media occidentali e coprire i veri responsabili degli attacchi al gasdotto Nord Stream 2. Le rivelazioni di Seymour Hersh rilanciate dalle Nachdenseiten


Poco dopo la pubblicazione delle rivelazioni di Seymour Hersh sul sabotaggio di Nord Stream, il New York Times ha lanciato la sua versione della storia degli attachi che i media tedeschi hanno prontamente rilanciato. Ora non si parla più della versione di Hersh, ma del gruppo privato filo-ucraino che sarebbe partito per Bornholm su una barca a vela. Per Hersh, si tratta di un'evidente manovra di depistaggio per coprire l'operazione statunitense.

L'insabbiamento"

di Seymour Hersh

Sei settimane fa ho pubblicato un rapporto che indicava il Presidente Joe Biden come colui che aveva ordinato la misteriosa distruzione del Nord Stream 2 - un nuovo gasdotto da 11 miliardi di dollari progettato per raddoppiare il volume di gas naturale importato dalla Russia verso la Germania. La storia ha avuto molto seguito in Germania e in Europa occidentale, ma è stata messa a tacere dai media statunitensi. Due settimane fa, le agenzie di intelligence statunitensi e tedesche hanno ulteriormente tentato di oscurare la mia storia fornendo false notizie al New York Times e al settimanale tedesco Die Zeit. Questo per cercare di mascherare la notizia secondo cui Biden e gli agenti statunitensi si erano resi responsabili della distruzione del gasdotto.

Gli addetti stampa della Casa Bianca e della CIA hanno negato categoricamente che l'America potesse essere responsabile dell'esplosione degli oleodotti e con queste smentite pro-forma l'organo di stampa della Casa Bianca si è mostrato soddisfatto. Non risulta che uno solo dei giornalisti accreditati in loco abbia chiesto al portavoce dell'amministrazione se Biden avesse fatto ciò che qualsiasi capo di Stato serio avrebbe fatto: affidare ufficialmente ai servizi segreti americani il compito di condurre un'indagine approfondita, utilizzando tutte le proprie risorse, per scoprire chi ha commesso il crimine nel Mar Baltico. Secondo un informatore negli ambienti dell'intelligence, il presidente non l'ha ancora fatto e non intende farlo. Perché no? Perché conosce già la risposta.

Sarah Miller - esperta di energia e redattrice presso Energy Intelligence, una società che pubblica importanti riviste specializzate - in un'intervista  mi ha spiegato perché la storia del gasdotto ha fatto notizia in Germania e nell'Europa occidentale: "L'esplosione dei gasdotti Nord Stream a settembre ha portato a un ulteriore aumento del prezzo del gas naturale, che era già almeno sei volte il livello pre-crisi", ha detto. "Nord Stream è stato fatto saltare a fine settembre. Un mese dopo, in ottobre, il prezzo del gas in Germania ha raggiunto un picco dieci volte superiore ai livelli pre-crisi.

I prezzi dell'elettricità sono aumentati in tutta Europa e i governi hanno speso fino a 800 miliardi di euro, secondo alcune stime, per proteggere le famiglie e le imprese dagli effetti dell'aumento. I prezzi del gas, che hanno riflettuto l'inverno mite in Europa, ora sono scesi a circa un quarto del picco di ottobre, ma sono ancora tra il doppio e il triplo dei livelli pre-crisi e più di tre volte i prezzi attuali degli Stati Uniti. Nell'ultimo anno, i produttori tedeschi e di altri Paesi europei hanno chiuso i loro processi a maggior consumo di energia, come la produzione di fertilizzanti e di vetro, e non è chiaro quando, se mai accadrà, queste attività saranno riaperte. L'Europa si sta affannando ad aggiungere capacità solare ed eolica, ma quessto potrebbe arrivare troppo tardi per salvare gran parte dell'industria tedesca". (Miller scrive un blog su Medium).

All'inizio di marzo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ricevuto a Washington il Cancelliere tedesco Olaf Scholz. L'agenda prevedeva due appuntamenti pubblici: un breve e formale scambio di convenevoli davanti alla stampa della Casa Bianca, dove non sono state ammesse domande, e un'intervista alla CNN con Scholz in cui le accuse relative all'oleodotto sono state omesse. Il Cancelliere quindi è volato a Washington senza essere accompagnato dalla stampa tedesca, senza che fosse prevista una cena ufficiale o una conferenza stampa, come avviene di solito per incontri così importanti.

Invece, in seguito è stato riferito che la conversazione tra Biden e Scholz è durata 80 minuti, la maggior parte dei quali trascorsi tra di loro. In seguito, nessuno dei due governi ha rilasciato una dichiarazione o uno scritto, ma mi è stato riferito da una persona che ha accesso agli ambienti diplomatici che la conversazione ha riguardato anche la storia delle rivelazioni in merito agli attacchi agli oleodotti. Di conseguenza, ad alcuni attori della CIA è stato chiesto di collaborare con l'intelligence tedesca per preparare una storia di copertura che avrebbe fornito alla stampa statunitense e tedesca una versione alternativa della distruzione di Nord Stream 2. Secondo le parole della comunità di intelligence, la CIA avrebbe avuto il compito di cercare di dissipare l'ipotesi secondo la quale Biden aveva ordinato la distruzione dei gasdotti.

A questo punto si deve aggiungere che il Cancelliere Scholz - se ne fosse a conoscenza o meno prima della distruzione del gasdotto, la questione è ancora aperta - è stato chiaramente complice, fin dall'autunno, dell'insabbiamento dell'operazione nel Mar Baltico da parte dell'amministrazione Biden, sostenendo questa azione.

La CIA ha fatto il suo lavoro e con l'aiuto dell'intelligence tedesca ha messo insieme una storia su un'operazione spontanea e non ufficiale per distruggere gli oleodotti e le ha diffuse nei media. La bufala è culminata in un articolo del New York Times del 7 marzo che citava un funzionario americano anonimo. Il 7 marzo il New York Times, infatti, ha pubblicato un articolo che citava un funzionario americano anonimo, in cui si affermava che "nuove informazioni suggeriscono" che un "gruppo filo-ucraino" potrebbe essere coinvolto nella distruzione dell'oleodotto; lo stesso giorno un articolo dell'edizione online di Die Zeit, il settimanale più letto in Germania, affermava che gli investigatori tedeschi avevano rintracciato una barca a vela di lusso presa a noleggio, partita dal porto tedesco di Rostock il 6 settembre e diretta all'isola di Bornholm, al largo della Danimarca. L'isola si trova a pochi chilometri dall'area in cui sono stati distrutti gli oleodotti il 26 settembre.

Lo yacht sarebbe stato noleggiato da proprietari ucraini, e l'equipaggio sarebbe stato composto da un gruppo di sei persone: un capitano, due sommozzatori, due assistenti subacquei e un medico. I passaporti falsi hanno avuto un ruolo importante. (Holger Stark, l'autore del servizio di Zeit, mi ha detto, dopo la pubblicazione del suo articolo, di aver seguito per mesi l'indagine penale sullo yacht e la sua posizione e che lui e il giornale hanno deciso di pubblicare rapidamente ciò che già sapevano quando sono venuti a conoscenza del servizio del New York Times. Non aveva avuto contatti con i servizi segreti tedeschi).

Entrambi i rapporti hanno chiarito che c'era, come ha detto il Times, "ancora molto che non si sapeva". Le nuove informazioni, tuttavia, avrebbero reso i funzionari governativi "ottimisti" sulla possibilità di identificare i responsabili. Secondo diversi alti funzionari di Washington e della Germania, tuttavia, ci vorrà del tempo. Il messaggio quindi è il seguente: la stampa e l'opinione pubblica dovrebbero smettere di fare domande e lasciare che gli investigatori vadano al fondo della questione indisturbati. Cosa che però non sarebbe mai accaduta. Il giornalista di lungo corso Stark, che dirige l'unità di ricerca investigativa di Die Zeit, si è spinto oltre, osservando che alcuni "nell'intelligence internazionale" non escludevano che la storia dello yacht fosse solo "un'operazione di false flag". E in effetti lo era.

"Si trattava di una frottola dell'intelligence americana che è stata trasmessa ai tedeschi e che aveva lo scopo di screditare la vostra storia", mi ha detto un informatore negli ambienti dell'intelligence americana. Gli esperti di disinformazione della CIA sanno bene che uno stratagemma propagandistico funziona solo quando incontra il desiderio disperato di una storia che possa sopprimere o sostituire una verità non desiderata. E la verità, in questo caso, è che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe autorizzato la distruzione degli oleodotti e potrebbe avere problemi a fare luce su questo fatto proprio nel momento in cui la Germania e i suoi vicini dell'Europa occidentale stanno soffrendo per la chiusura delle aziende a causa degli alti costi dell'energia.

Ironia della sorte, la prova schiacciante della debolezza del racconto del New York Times è venuta da uno dei tre giornalisti del Times indicati come autori della storia. Pochi giorni dopo la pubblicazione dell'articolo, infatti, il giornalista Julian Barnes è stato intervistato nel popolare podcast del Times:

Intervistatore: Chi è stato esattamente il responsabile di questo attacco? E come avete fatto lei e i suoi colleghi a scoprirlo?

Giornalista: Beh, durante gran parte della ricerca non abbiamo necessariamente fatto le domande giuste.

Intervistatore: Hmm. E quali erano le domande giuste?

Reporter: Beh, logicamente ci siamo concentrati prima sugli Stati.

Intervistatore: Hmm.

Reporter: Abbiamo analizzato alcuni Paesi: è stata la Russia? C'era dietro lo Stato ucraino? Siamo finiti in un vicolo cieco dopo l'altro. E non abbiamo trovato nessuno che ci dicesse che c'erano prove credibili che indicavano un governo. Così i miei colleghi Adam Entous, Adam Goldman e io abbiamo iniziato a porci diverse domande. Potrebbe trattarsi dell'azione di un attore non legato ad uno Stato? Potrebbe essere stato compiuto da un gruppo che non lavora per un governo?

Intervistatore: Una sorta di sabotatori freelance. Dove vi ha portato questa nuova linea di indagine?

Reporter: Per prima cosa ci siamo chiesti: chi potrebbero essere questi sabotatori? O con chi potrebbero essere in combutta? Potrebbero essere sabotatori filorussi? O altri sabotatori? E più ne parlavamo con funzionari che avevano accesso alle informazioni di intelligence, più questa teoria prendeva piede.

Il mio primo sospetto che potessero essere sabotatori filorussi si è rivelato sbagliato. Siamo giunti alla conclusione che molto probabilmente si trattava di un gruppo filo-ucraino.

Intervistatore: Quindi un gruppo di persone ha fatto questo lavoro per l'Ucraina? Come siete arrivati a questa conclusione?

Reporter: Per essere chiari, non ne sappiamo quasi nulla. Questo gruppo rimane misterioso. E rimane un mistero anche per i funzionari del governo americano con cui abbiamo parlato. Tutto ciò che sanno è che le persone coinvolte sono ucraine, russe o un misto. Sanno che non hanno nulla a che fare con il governo ucraino. Ma sanno anche che sono anti-Putin e pro-Ucraina.

Intervistatore: Quindi, dopo tutte queste ricerche, avete scoperto che i colpevoli sono un gruppo di persone che vogliono la stessa cosa dell'Ucraina, ma non sono ufficialmente collegate al governo ucraino. Mi interesserebbe sapere quanto è sicuro di questo?

Reporter: Beh, i servizi segreti al momento dicono che non sono collegati al governo ucraino. E anche se i funzionari ci dicono che il presidente ucraino e i suoi principali consiglieri non sono collegati, non possiamo comunque essere sicuri che sia vero o che qualcun altro non ne sia a conoscenza.

Dunque i giornalisti del Times a Washington dipendono da funzionari della Casa Bianca "che hanno accesso a informazioni riservate". Ma le informazioni che hanno ricevuto provenivano originariamente da un gruppo di esperti in manovre di insabbiamento e propaganda della CIA, la cui missione era proprio quella di fornire ai giornali una storia diversiva - e di proteggere un Presidente che aveva preso una decisione poco saggia e che ora sta mentendo al riguardo.



lunedì 20 aprile 2020

Il progetto europeo si sgretola sul confine franco-tedesco

A metà marzo il governo tedesco ha deciso di chiudere il confine con la Francia, ufficialmente nel tentativo di arginare l'epidemia. A poco piu' di un mese da quella decisione, sul lato tedesco si registra un crescendo di toni nazionalisti, con episodi di lancio di uova contro le auto francesi e insulti razzisti contro gli alsaziani. In questo clima di rinnovato spirito nazionalista, il progetto europeo è ancora attuale? Ne scrivono l'ottimo Albrecht Müller sulle Nachdenkseiten e la Frankfurter Allgemeine Zeitung


Francis Joerger da 30 anni è il sindaco del villaggio di Scheibenhard in Alsazia, e da sempre lavora in favore della comprensione e della collaborazione tra francesi e tedeschi. Instancabilmente e con grande impegno. Nella foto qui sotto si trova sul ponte tra Scheibenhard (Alsazia) e Scheibenhardt (Palatinato meridionale) di fronte a una barriera costruita su lato tedesco del confine - apparentemente in accordo con il governo francese. Francis Joerger non può piu' visitare la comunità gemella nella parte tedesca. Anche la tradizionale festa del ponte, un simbolo di comprensione reciproca e riappacificazione, che non sempre è stata facile, quest'anno non si terrà.


Secondo l'opinione del mio amico Francis, con la recente chiusura del confine sono stati fatti dei danni enormi. Egli infatti registra con attenzione e preoccupazione un crescendo di toni nazionalisti. I vertici politici continuano a parlare di una forte amicizia, ma la situazione in basso invece è molto diversa. L'animosità tra il di qua e il di là sembra essere in crescita. Gli alsaziani che lavorano in Germania se fanno acquisti in un supermercato tedesco rischiano una multa. Come del resto risulta anche a noi, egli registra degli insulti alquanto stupidi provenienti dalla parte tedesca, ad esempio al confine tra Francia e Saar.

La chiusura delle frontiere è stata fatta senza considerare le interdipendenze che si sono create nel corso degli ultimi decenni. Lavoratori francesi, alsaziani e lorenesi che lavorano in Germania e viceversa. Ci sono tedeschi che vivono in Francia. I francesi che lavorano in Germania, invece, devono percorrere lunghe distanze a causa della chiusura dei piccoli valichi di frontiera.

Le chiusure sono assurde, sopratutto dal momento in cui sono state emanate regole di base relativamente rigide in tutti i paesi. Ad esempio, Francis Joerger, come tutti gli altri alsaziani che non vanno a lavoro, è autorizzato a lasciare casa sua solo per un breve periodo di tempo e può spostarsi solo entro 1 km. Allora perché gli viene impedito di passare il confine? È ragionevole, necessario e privo di rischio che questi possano essere riaperti il ​​più rapidamente possibile a Scheibenhard(t), come in molti altri luoghi tra l'Alsazia e la Lorena da un lato, e il Baden, il Palatinato e la Saarland dall'altro.

Ma è improbabile che i governi centrali e regionali se ne accorgano. Alcuni di loro potrebbero persino credere che il solo attraversamento del confine fra un Land e l'altro o una visita al Mar Baltico possano diffondere il virus.

Le modalità con le quali l'Europa si sta sgretolando su larga scala, si capiscono da quanto poco e in maniera esitante i singoli stati si siano aiutati in termini di assistenza sanitaria, e anche perché le mosse dei singoli stati alla fine non siano state coordinate fra loro. Affrontare la crisi causata dal Coronavirus mette in luce gli Stati nazionali. La pacca sulla spalla nazionalista è diventata ormai di uso comune. "Oh, come siamo stati bravi. Siamo stati cosi' previdenti e non abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi”. Questa è la sottile e inconscia melodia dei tedeschi. Da Peter Altmaier fino all'emissione televisiva sulla borsa prima delle otto.

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Il ponte dell'amicizia tra Kleinblittersdorf e Grosbliederstroff, che collega la Saarland con la Lorena, presto dovrebbe tornare ad avere giustizia per il nome che porta. Il primo ministro della Saar Tobias Hans (CDU) venerdì 17 aprile, infatti, ha annunciato di voler riaprire il ponte per i pendolari transfrontalieri. "La cooperazione transfrontaliera nelle regioni di confine è particolarmente importante nonostante e anche a causa della pandemia di corona-virus", afferma Hans. Non bisogna creare ulteriori ostacoli a coloro che ogni giorno attraversano i confini  per andare a lavorare.

"Questo è un segnale importante", afferma il deputato francese Christophe Arend del partito presidenziale La République en marche. "Ma il nostro obiettivo deve essere quello di riaprire tutti i valichi di frontiera", ha detto alla FAZ. Arend dirige il gruppo inter-parlamentare franco-tedesco e la nuova assemblea parlamentare franco-tedesca ed è preoccupato per la battuta d'arresto negli scambi transfrontalieri. “Il virus non conosce confini. Abbiamo urgentemente bisogno di regole comuni e non di una gara fra chi si chiude di piu'", afferma.

I dipendenti francesi devono rimanere a casa

Su sua richiesta, il valico tra Großrosseln e Petite-Rosselle è stato riaperto, ma solo durante il giorno. Non è una soluzione soddisfacente per i pendolari con un turno di mattina o di notte. "C'è voluta una quantità infinita di sforzi ed energia per riuscire a fare un passo così piccolo", afferma Arend. La chiusura unilaterale del confine imposta dalla Germania il 16 marzo ha messo alla prova l'amicizia franco-tedesca, in quanto va a colpire tutte le abitudini quotidiane.

Nel suo collegio elettorale della Lorena, i pendolari spesso gli hanno riferito di dover fare fino a 50 chilometri di deviazione per raggiungere il posto di lavoro nella Saarland. "I francesi inizialmente sono stati  trattati come dei lebbrosi", afferma Arend. La situazione  ora sembra essere migliorata. Ma per i 2.000 dipendenti francesi del fornitore automobilistico ZF a Saarbrücken è stato molto difficile quando senza preavviso gli hanno chiesto di restare lontani dal posto di lavoro. ZF ora ha ripreso la produzione, ma solo per i dipendenti tedeschi.

I pendolari, fra cui 150 dipendenti francesi della Clinica di Saarbrücken, devono affrontare delle lunghe deviazioni. La stampa francese ha anche riferito di reazioni ostili con cui i francesi della Saarland devono fare i conti. Qualche giorno fa, Michael Clivot, sindaco del comune di confine di Gersheim, ha suscitato scalpore perché si è rivolto alla popolazione con un videomessaggio: "Si era diffuso un certo livello di ostilità nei confronti dei nostri amici francesi". Alcuni francesi sarebbero stati insultati o fermati per strada. Clivot afferma che alcuni francesi vengono in Germania per fare acquisti senza essere autorizzati, ma anche gli abitanti della Saarland fanno lo stesso in Francia.

Il pregiudizio dello "sporco francese"

Anche il ministro degli esteri Heiko Maas, originario della Saarland, e il vice Primo Ministro della Saarland, Anke Rehlinger (entrambi SPD), si sono espressi criticando con forza tali incidenti. Arend ha affermato di essere preoccupato per la rapidità con cui sono tornati i pregiudizi sugli "sporchi francesi". Il console generale francese a Saarbrücken, Catherine Robinet, ha confermato che si tratta di "casi individuali".

Sono state lanciate uova contro le auto con targhe francesi, i clienti di lingua francese nei supermercati tedeschi sono stati insultati ed è stato chiesto loro di tornare in "Corona-Francia". Robinet ha anche riferito di dipendenti di un'impresa di pulizie tedesca della Saarland, che si dice abbia negato l'accesso ai dipendenti francesi durante la notte.

(...) Il deputato Andreas Jung (CDU) sottolinea la difficile situazione dei genitori franco-tedeschi divorziati che condividono la custodia dei figli. Ci sono stati casi simili di difficoltà anche tra le famiglie che vogliono visitare parenti anziani dall'altra parte del confine. Situazioni che non dovrebbero essere lasciate alla discrezione degli agenti di polizia, ma dovrebbe essere sempre chiaro quando è consentito oltrepassare la frontiera. Si dice che un ufficiale di polizia abbia insultato un francese al confine tra Großrosseln e Petite-Rosselle. Almeno questa è l'accusa della parte lesa. Nel frattempo, sono stati avviati procedimenti penali contro ignoti.

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giovedì 21 marzo 2019

Una bella portaerei per la marina tedesca?

La marina tedesca potrebbe dotarsi di una bella portaerei nuova di zecca, almeno secondo le recenti promesse di AKK e Merkel. Riusciranno la Cancelliera e il nuovo leader della CDU a fare quello che né il Kaiser né il Führer erano riusciti a fare? Dopo i recenti fallimenti nella realizzazione di grandi progetti, in patria ci sono dei forti dubbi in merito. Ne scrive Jens Berger sulle Nachdenkseiten


Cosa sanno fare davvero bene i tedeschi? Costruire aeroporti e navi. E qual'è l’incrocio perfetto fra BER (aeroporto di Berlino) e Gorch Fock (nave a vela)? Una portaerei, esatto. E la sua costruzione è stata proposta con la massima serietà dal nuovo leader della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer in una recente riflessione sul futuro dell'Europa. La specialista di costruzioni navali della Saarland ha ricevuto un sostegno convinto e di spessore nientemeno che dalla Cancelliera stessa. Angela Merkel trova che l'idea di una portaerei tedesca sia "buona e giusta" e addirittura accetta l'idea di "lavorarci sopra". Se la Cancelliera avesse successo, riuscirebbe a fare quello che prima di lei né il Kaiser né il Führer erano riusciti a fare, i tedeschi finalmente avranno un posto al sole. Un testo di Jens Berger


Volevamo solo una pensione decente e dei salari onesti, e invece abbiamo ottenuto dei taxi volanti e una portaerei – un giorno potrebbe essere raccontato così il "bilancio" del governo dell’Unione. Tutti sanno ormai che la nostra Cancelliera divina non si occupa più di questioni terrene come la catastrofe dell’assistenza sanitaria, il malessere socio-economico dei suoi sudditi ingrati o persino di questioni banali come la politica climatica. Alla fine del suo mandato, Angela Merkel ambisce a qualcosa di più alto. Ora fa politica per entrare nei libri di storia! Ma cosa dovrebbe essere scritto nei libri di storia? Che porta sulla coscienza l’aver rovinato le relazioni tedesche e dell’UE con la Russia? Che ha sempre obbedito agli interessi delle compagnie automobilistiche e del vecchio alla Casa Bianca? Dal momento che tutto ciò non è così piccante, c'è bisogno almeno di una nave da guerra che porti il suo nome, una nave le cui dimensioni siano degne di lei. Se la marina tedesca dovesse intitolare il suo prossimo rimorchiatore a Gerhard Schröder, per la prima e migliore Cancelliera della Germania c’è bisogno di qualcosa di più!

Beh, la piu’ giovane fra le portaerei americane, la USS Gerald R. Ford, è costata circa 18 miliardi di dollari – facendo le dovute proporzioni per la Germania, incluso il moltiplicatore di Stuttgart-21 e quello della "Filarmonica dell'Elba" si raggiungerebbe probabilmente l'intero debito nazionale della Grecia. Ma la Cancelliera uscente dovrebbe valere almeno questa somma. Oppure? Potrebbe anche essere leggermente problematico il fatto che la Germania in realtà non ha alcun bisogno di una portaerei. Tali basi galleggianti sono elementi fondamentali di una dottrina chiamata "proiezione di potenza globale". Non hanno nulla a che fare con la difesa, ma con la possibilità di imporre i propri interessi in tutto il mondo per mezzo di una forza offensiva. Ma noi comuni mortali cosa ne sappiamo del genio strategico delle signore Kramp-Karrenbauer e di Merkel, entrambe GRÖCAZ (größten CDU-Vorsitzenden aller Zeiten)?

La storia delle portaerei tedesche non è affatto gloriosa. Nella Marina imperiale erano in servizio solo quattro piccole "navi portaerei" utilizzate principalmente per combattere contro gli idrovolanti russi nel Mar Baltico. I piani per il „Flugzeugdampfer I“, che avrebbe dovuto navigare contro "Engeland" e avrebbe dovuto assicurare ai tedeschi un legittimo posto al sole, furono abbandonati nell'ottobre del 1918. Venti anni dopo fu varata l'unica portaerei di Hitler utilizzata però solo come deposito di legname e abitazione galleggiante. Nemmeno la macchina da guerra di Hitler era riuscita a trovare una funzione per un simile mostro. Ma probabilmente il caporale boemo non pensava abbastanza in grande e in materia di proiezione di potenza su scala globale avrebbe dovuto prendere ripetizioni da AKK e Merkel.

Ora una marina che fallisce miseramente nel tentativo di riparare una nave a vela, in futuro dovrebbe difendere l'Europa da tutto il mondo? Bene, se questo non è un piano audace. Qual è la prossima idea delle grandi menti della CDU? I taxi aerei e le portaerei sono difficili da eguagliare e superare. Che ne dite di una missione tedesca su Marte? O forse sarebbe meglio con Alpha Centauri? E perché allora non costruire una Torre di Merkel alta mille metri nella bellissima Uckermark? Fino a quando l'Unione non avvierà un gigantesco e irrealistico progetto come la copertura delle buche sulla B192, sarà il cielo l'unico limite per dei piani audaci che possano aiutare veramente il paese. In questo modo - considerando il moltiplicatore Stuttgart-21 e e quello della "Filarmonica dell'Elba" (2 progetti clamorosamente andati male) - nell'anno 2139 la nipote di Philipp Amthor (giovane della CDU) nel suo ruolo di cancelliera tedesca potrà battezzare la nuova portaerei con il nome "MS Angela Merkel" - naturalmente da un taxi aereo.


sabato 15 settembre 2018

Mi' cuggino a Monaco di Baviera (parte prima)

M'ha detto mi' cuggino che a Monaco di Baviera gli danno 2000 euro al mese...peccato tuo cugino e Lambrenedetto non ti abbiano detto che probabilmente la metà dello stipendio gli serve per affittare un piccolo appartamento di una stanza e mezzo in una lontana periferia, sempre che sia riuscito a trovare un posto dove dormire. La follia degli affitti, causata dai tassi a zero e dall'enorme afflusso di migranti e profughi, a Monaco di Baviera, la città piu' cara in assoluto, ormai minaccia la pace sociale. Per oggi 15 settembre è in programma la prima manifestazione degli inquilini organizzata dal movimento per la casa di Monaco. Le Nachdenkseiten intervistano Christian Schwarzenberger, uno dei leader della protesta. 


NDS: Herr Schwarzenberger, lei è uno degli organizzatori della manifestazione prevista per il 15 settembre a Monaco. Insieme ai suoi sostenitori si batte per avere alloggi a prezzi accessibili. Anche lei vive a Monaco. Come è la situazione?

Schwarzenberger: Monaco è conosciuta per essere la città tedesca più cara in assoluto. Affitti superiori ai 20 € / m² non sono più una rarità, ma stanno diventando la norma. Soprattutto negli ultimi anni, dopo la crisi finanziaria, gli affitti sono cresciuti sempre rapidamente. Per questo molte persone non possono piu' permettersi di vivere in città e sono costrette a trasferirsi fuori. Ad essere colpiti, tra gli altri, ci sono ad esempio gli infermieri, gli educatori o i commessi, persone che non possono fare a meno di vivere in città. D'altra parte, il numero dei senzatetto a Monaco è quasi quadruplicato negli ultimi 10 anni. Stiamo parlando di una situazione drammatica.

NDS: Da quanto tempo vive a Monaco?

Schwarzenberger: Mi sono trasferito a Monaco di Baviera più di 10 anni fa per studiare. Da allora ho sempre vissuto qui tranne alcune brevi interruzioni e ho potuto osservare da vicino gli sviluppi.

NDS: Quando ha notato per la prima volta che c'era un problema?

Schwarzenberger: Ero ancora uno studente quando ho dovuto lasciare la residenza universitaria per trasferirmi in un appartamento in condivisione. All'epoca dovevo spendere più di due terzi delle mie entrate solo per affittare una stanza. Ma oltre alla mia situazione, per me è sempre stato importante osservare un paesaggio urbano in continuo mutamento. A meno che tu non cammini per la città con gli occhi chiusi, ti accorgi che il numero dei senzatetto aumenta di anno in anno.

NDS: Può farci un esempio concreto di quali sono i problemi?

Schwarzenberger: I partecipanti agli incontri fra gli inquilini riferiscono principalmente di ristrutturazioni di lusso e di sfratti. Per alcuni gli affitti vengono raddoppiati, per altri invece c'è una ristrutturazione e poi uno sfratto immediato. Questo fa sì che, ad esempio, una famiglia stia prendendo in considerazione la possibilità di trasferirsi in una roulotte perché ha ricevuto lo sfratto e non trova alloggi a prezzi accessibili.

La maggior parte delle volte, la casa viene venduta, entra uno speculatore - spesso una società non identificabile - con l'obiettivo, dopo l'ammodernamento, di trasformare gli appartamenti affittati in case di proprietà da rivendere poi sul mercato in maniera molto redditizia. A causa dei prezzi esorbitanti delle superfici edificabili a Monaco, che hanno un forte impatto sui prezzi degli appartamenti e degli affitti, al momento la situazione è estrema.

NDS: Ha un altro esempio?

Schwarzenberger: Gli inquilini dei 33.000 appartamenti della bavarese GBW - a Monaco di Baviera ci sono 8.000 di questi appartamenti - stanno lottando contro l'aumento degli affitti. Questi appartamenti erano di proprietà della Landesbank bavarese, la quale poi è stata salvata dal governo regionale bavarese perché aveva perso molti soldi negli Stati Uniti e in Austria con delle scommesse azzardate. La vendita al predatore immobiliare "Patrizia" è avvenuta nel 2013 sotto l'ex ministro delle finanze Söder. Solo di recente si è saputo che lui e  Horst Seehofer avevano giustificato la vendita con delle argomentazioni consapevolmente false.

Io stesso aiuto una comunità composta da circa 100 inquilini di Monaco colpiti da questa vendita. Sono tutti lavoratori a basso reddito che pensavano di avere preso in affitto un alloggio sociale, e che ora invece si ritrovano degli affitti che aumentano fino al 15% ogni tre anni. Per molto tempo si sono rivolti alla politica cittadina e regionale, da anni portano avanti delle cause legali per i contratti di affitto, e da anni vengono lasciati soli da chi dovrebbe essere responsabile.

NDS: Quali sono le conseguenze di queste condizioni?

Schwarzenberger: Se hai un contratto a tempo determinato, se sei di origine straniera, se hai un animale domestico o solo perché sei un genitore single, tutto ciò è sufficiente a far sì che la ricerca della casa si trascini per mesi o addirittura per anni. Inoltre, l'affitto divora una quota sempre maggiore del reddito netto. Dall'altro lato ci sono gli speculatori che si arricchiscono a spese delle persone. E questo porta ovviamente all'ampliamento del divario sociale. Se continua così, la pace sociale sarà a rischio.

NDS: Se si ascolta Markus Söder e gli altri politici bavaresi palare in televisione, si ha l'impressione che in Baviera tutto vada bene. Che messaggio ha per questi politici?

Schwarzenberger: I dati economici possono essere anche buoni, anche i dati sulla disoccupazione sono bassi. Tuttavia, un numero crescente di persone in Baviera riesce a malapena a tirare avanti. Oltre all'aumento degli affitti, anche i bassi salari e l'occupazione precaria giocano  un ruolo determinante.

I politici come Söder, Seehofer e gli altri pezzi da novanta dovrebbero ascoltare le storie delle persone che sono realmente colpite da questo fenomeno di allontanamento e sostituzione. Dovrebbero rivolgere la loro attenzione alle questioni veramente importanti invece di condurre finti dibattiti sulla sicurezza, l'immigrazione o la polizia di frontiera.

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sabato 1 settembre 2018

Chemnitz ovvero la rivergination della stampa e della politica tedesca

Le vicende di Chemnitz degli ultimi giorni ci mostrano quanto sia divisa la società tedesca e quanto sia sottovalutato il malessere di alcune regioni. Ma soprattutto Chemnitz è il luogo in cui la politica e la stampa tedesca possono rifarsi la verginità e accusare indiscriminatamente di nazismo una città e una regione intera. Un'assurdità che sarà punita dagli elettori. Ne parla un ottimo Jens Berger sulle Nachdenkseiten.de


Divide et impera

(...) Nel corso degli anni, la lotta "contro la destre" è diventata una caratteristica comune, anzi quasi determinante, della cosiddetta sinistra politica. Le contro-dimostrazioni ai raduni di AfD oppure le marce congiunte contro la violenza di destra raccolgono il consenso di tutti: dal funzionario della destra dell'IG Metall fino al rappresentante dell'ala "antifa" del partito di sinistra. Essere "contro la destra" oggi è il minimo comune denominatore della sinistra politica, che altrimenti mancherebbe di unanimità su quasi ogni altro argomento. E naturalmente anche il centro politico almeno a parole è "contro le destre" e quindi ogni dichiarazione di appartenenza al fronte "anti-destra" oggi corre il rischio di diventare quasi universale. Anche la Bild-Zeitung fa finta di essere "contro le destre" ma nonostante ciò continua a pubblicare le sue prime pagine xenofobe. Questo ci mostra quanto valgano in realtà queste dichiarazioni puramente formali e come possano essere applicate anche al "campo della sinistra".

Perché se i fattori socio-economici sono il motivo principale per il successo elettorale di AFD e soprattutto - ma non solo - nell'est del paese hanno contribuito alla creazione di una scena di estrema destra, allora ad essere corresponsabili per la crescita dell'estremismo di destra sono proprio coloro che oggi marciano in prima fila nelle contro-manifestazioni - e cioè i sostenitori della corrente dell'Agenda 2010 nella SPD e fra i Verdi. Senza le leggi Hartz, senza i posti di lavoro precari e la povertà in vecchiaia da loro volontariamente introdotti, la divisione e lo spostamento verso destra all'interno della nostra società certamente non ci sarebbe stato.

Le persone felici non votano per i nazisti e non hanno paura degli stranieri. Le persone senza paura del futuro sono immuni ai Gauland e agli Hoecke (AfD). Così il rafforzamento delle destre è anche una conseguenza della politica di chi oggi sulle proprie bandiere dichiara la guerra "contro le destre". Ciò ha un metodo. Perché chi marcia "contro le destre" almeno dall'esterno non sembra essere sospettabile di aver creato il terreno di coltura in cui avviene lo spostamento verso destra. Divide et impera.

E persino una parte della sinistra, che nella lotta contro la "destra" vuole mettersi in evidenza, con questa dichiarazione di coesione è sospettabile di voler distogliere l'attenzione dal fatto che le loro proposte socio-economiche si muovono nelle sfere celesti. Chi vede la salvezza dell'anima solo in un'utopia post-capitalista e post-crescita con confini aperti e un reddito di base incondizionato da tempo ha abbandonato la lotta per i cuori e le menti di coloro che sono meno fortunati. E se poi la gente preferisce votare per il "passero marrone" piuttosto che per la "colomba rossa sul tetto", cio' viene interpretato come l'ordine di marciare in maniera ancora più decisa "contro la destra". Tutto sta diventando sempre piu' folle.

Tutto è cosi' tollerante qui

La vecchia canzone partigiana "Bella Ciao", nella sua versione tecno-chewing-gum, è diventata l'hit dell'estate e a quanto pare questa estate vengono pubblicati anche molti articoli di editorialisti partigiani che con un certo coraggio hanno deciso di spostarsi sulle montagne per combattere il fascismo. Che assurdità. Quando i giornalisti che probabilmente da anni non parlano con persone senza un diploma di liceo o che guadagnano meno di 5.000 euro al mese (camerieri, addetti alle pulizie o tassisti) si trasformano in coraggiosi portavoce del popolo, è davvero troppo facile. Naturalmente, le "echo chamber" berlinesi del distretto governativo popolate dagli editorialisti sono molto tolleranti. Ma a cosa serve continuare ad intrattenere la tua echo chamber? Il rischio che un redattore di Die Zeit, un deputato dei Verdi o Sascha Lobo (Der Spiegel) possano essere trattenuti dal voler trasformare domani Chemnitz in una zona libera...è trascurabile.

Ed è altrettanto trascurabile la probabilità che tali editoriali vengano letti da chi è in difficoltà economiche oppure propende verso l'estremismo di destra. La vita quotidiana di un disoccupato della di Dortmund-Nord non ha molto in comune con la vita di un hipster mediatico di Prenzlauer Berg. E ancora di piu' bisognerebbe chiedersi, se almeno conosce il giornale "Die Zeit". Non solo economicamente, ma anche culturalmente, siamo di fronte ad una società divisa in cui i punti di contatto sono sempre meno. Il redattore di "Die Zeit" ha molto più a che fare con i suoi colleghi del centro di Londra o di New York che non con i non accademici della Ruhr, della cintura del maiale della Bassa Sassonia o dei palazzi prefabbricati di Francoforte sull'Oder. Ma questo è normale in tempi di globalizzazione. Cio' diventa tuttavia problematico quando il redattore di "Die Zeit" cerca di spiegare alla sua "echo chamber" perché i "left-behind" non credono più nella nostra democrazia liberale così brillante e non si fidano più dei valori liberali occidentali.

Il sassone è uno stupido nazista

Poche persone diventano estremisti di destra per ragioni socio-economiche. Le risposte concrete a tali problemi comunque le destre non le hanno. Tuttavia, lo squilibrio socioeconomico spesso è la ragione per la quale le persone si allontanano dal sistema e scelgono la xenofobia come sfogo per l'insoddisfazione diffusa. "Perché devi essere contro qualcuno, ed essere contro di loro è facile" - così ha detto una Chemnitzerin  in maniera libera e franca. Queste sono persone che raramente leggono gli editoriali dei nostri buoni giornali di qualità, ma percepiscono tuttavia in maniera indiretta un po' dell'umore del paese. Se ora ti metti a pontificare in maniera indifferenziata contro gli stupidi sassoni, che sarebbero tutti in qualche modo di destra, sicuramente non stai facendo nulla di utile per impedire a un singolo sassone di votare AfD. In generale poi la fissazione sulla Sassonia è stupida. Nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato AfD ha ottenuto risultati elettorali a due cifre e gli attacchi xenofobi purtroppo avvengono in tutto il territorio federale. Dortmund come "hotspot" delle destre non è meglio o peggio della Dresda capitale dei Pegida.



Nel quartiere governativo di Berlino, tuttavia, tali differenziazioni non vengono fatte volentieri. Lì si preoccupano piu' che altro per le sorti della democrazia liberale. Questa preoccupazione pero' molto probabilmente viene accolta favorevolmente dagli stessi considerati come "il pericolo". L'elettorato di AfD che non appartiene alla borghesia facoltosa e benestante, si considera piu' che altro come un "oppositore del sistema" e vorrebbe gettare una chiave negli ingranaggi della classe politica di Berlino percepita come elitaria. Tanto piu' forte sarà l'agitazione dei rappresentanti di queste élite, tanto maggiore sarà la soddisfazione con cui questi "avversari del sistema" potranno fregarsi le mani.

Chiunque si preoccupi per le sorti della "democrazia liberale" senza affrontare lo squilibrio socioeconomico sta parlando in primo luogo alla propria camera di risonanza. Argomenti sui quali il professore, il caporedattore e il capo d'azienda sono devotamente concordi. Ma quali sono i "danni collaterali" di una tale politica di comunicazione?

Viene generalizzato tutto cio' che è possibile: "tutti Nazi tranne Mutti". Ma cosa succede in una Chemnitz in cui ci si preoccupa per la mancanza di sicurezza nel centro città e in cui molti cittadini in maniera apolitica hanno partecipato alle manifestazioni poi prese in ostaggio a proprio uso e consumo da una piccola, ma molto "fotogenica", banda di radicali di destra? Se mettiamo tutti gli insoddisfatti nel "cassetto di destra" allora un giorno potrebbero avere la sensazione di trovarsi a casa loro. E poi avremo esattamente la profezia autoavverante che nelle urne ci porta direttamente ad una svolta a destra. Se tutti continuano a considerare come dei nazisti queste persone insoddisfatte senza offrire loro un'alternativa seria, saranno in molti ad accettare questo verdetto e si comporteranno come nazisti votando da nazisti. Almeno il resto pero' potrà finalmente marciare unito "contro la destra". È davvero quello che vogliamo?

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martedì 6 marzo 2018

La vecchia Europa non c'è piu'

Non abbiamo bisogno di farci spiegare le elezioni italiane dai commentatori tedeschi, ogni tanto tuttavia anche sulla stampa tedesca si leggono riflessioni originali. Jens Berger sulle NachDenkSeiten fa un paragone fra Italia e Germania e ipotizza che anche in Italia, dopo Olanda, Francia e Germania, sia iniziato il funerale della socialdemocrazia. Dalle NachDenkSeiten.de


[...] Nel settembre 2017 si è votato in Germania e anche qui è proseguita la tendenza europea avviata in Olanda e poi seguita dalla Francia. I socialdemocratici tedeschi sono scesi al 20.5 %, il peggior risultato di sempre, il partito di estrema destra anti-establishment AfD con una crescita di otto punti percentuali ha raggiunto il 12.6 % ed è uscito dalle urne come il grande vincitore. Se si votasse oggi, AFD sarebbe la seconda forza politica mentre la CDU con il 33% e la SPD con il 15% per la prima volta nella storia della Repubblica Federale tedesca non sarebbero in grado di formare una "grande coalizione". I tempi in cui la Germania era un'ancora di stabilità sono finiti. Si puo' ipotizzare che soprattutto per la resistenza all'apprendimento della SPD anche qui da noi questo trend si sia rafforzato e che la SPD, come i partiti fratelli in Olanda e in Francia, possa sprofondare nella insignificanza ad una cifra, mentre AfD cresce e diventa la seconda forza del paese.

Domenica anche l'Italia ha imboccato questa strada. Sommando i partiti successori della Democrazia Cristiana e della Socialdemocrazia si arriva solo al 32.8% dei voti e in questo modo piu' o meno agli stessi voti dei "5 Stelle" da soli. Nel 2008 il PdL di Berlusconi e i socialdemocratici del PD insieme avevano raggiunto oltre il 70% dei voti. La Lega allora aveva raggiunto solo l'8.3% e i 5 Stelle non c'erano ancora. Oggi il M5S con il 32.6 % è il partito piu' forte mentre la Lega con il 17.4% è il maggior partito nell'alleanza elettorale di centro-destra, che in realtà avrebbe dovuto essere un'alleanza di Berlusconi. Insieme la Lega e i 5S arrivano esattamente al 50% dei voti. Un italiano su due ha votato per un partito anti-establishment, un governo di coalizione senza queste 2 forze non è possibile.

Solo teoricamente, per paragonare la probabilità delle coalizioni si puo' provare a fare un confronto con le condizioni tedesche. Dove avremmo:

- una coalizione di centro-destra fra CDU/CSU, FDP e AfD, in cui AfD è il partito piu' forte

- un movimento eterogeneo anti-establishment, che si puo' pensare come una miscela fra i Pirati e un nuovo movimento per la pace

- un'alleanza di "centro-sinistra" in cui non ci sono partiti di sinitra in senso stretto e in cui i socialdemocratici si leccano le ferite dopo aver subito delle pesanti ferite

- un'alleanza di sinistra insignificante scesa ad un deludente 3.4%

La SPD andrebbe in un'alleanza con AfD a fare il junior-partner? Certamente no. La SPD sarebbe disponibile a sottomettersi ad un movimento anti-establishment tendenzialmente di sinistra con Ken Jebsen come Cancelliere? Probabilmente no. Una coalizione fra 5 Stelle e Lega è ancora piu' improbabile. Rimane la possibilità di un cambio di partito, alla fine la Forza Italia di Berlusconi e il PD di Renzi non sembrano avere un grande futuro davanti. Oppure ci sono le elezioni anticipate.

Come reagisce l'Europa?

Piu' interessante tuttavia è la questione di come l'Europa giornalistica e politica reagisce a questi sviluppi. Se si esaminano le reazioni piu' significative, come ad esempio l'illeggibile analisi di Stefan Ulrich sulla Süddeutsche, bisogna purtroppo affermare che l'establishment non ha capito nulla, proprio nulla. Chi vota contro l'establishment, secondo l'autore sarebbe "irrazionale" e "antieuropeo" e comunque un "populista". La povertà e la disperazione, che allontanano gli elettori dall'establishment, sarebbero "vittime" di cui il paese ha bisogno "per poter vedere una ripresa". Ma della interminabile politica di riforme che il giornalista si auspica anche a nome delle élite tedesche ed europee, gli elettori purtroppo non vogliono piu' sentire parlare. Le elezioni parlamentari in Italia sono state soprattutto il rifiuto esplicito di un'europa tedesca fatta di austerità e mancanza di alternative che con i suoi esecutori materiali locali mette in pratica questa ideologia. Ancora una volta ha colpito soprattutto i socialdemocratici che in tutta Europa non vogliono capire che i loro elettori chiedono un'alternativa reale e progressista.