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mercoledì 17 aprile 2013

Non è solo un partito eurocritico


Alternative für Deutschland non vuole essere un partito monotematico e dopo il congresso fondativo propone la sua piattaforma programmatica. Da FAZ.net
L'obiettivo principale di „Alternative für Deutschland“ (AfD) resta la dissoluzione dell'area Euro. Oltre a cio' il nuovo partito propone una riforma dell'UE, la semplificazione del sistema fiscale e la regolamentazione dell'immigrazione. Uno sguardo al programma.

L'eco della fondazione del partito eurocritico ha fatto crescere le aspettative verso la nuova formazione. Appena un mese dopo aver esordito sulla scena pubblica, „Alternative für Deutschland“ (AfD) è diventato un soggetto politico in grado di innervosire i partiti tradizionali.

Anche se la dissoluzione dell'Euro resta il tema e l'obiettivo principale del partito, il programma approvato nel fine settimana al congresso fondativo copre anche altri ambiti politici - AfD non vuole essere percepito con un partito monotematico e non intende farsi accusare di questo dagli altri partiti. Uno sguardo al programma:

L'Euro è stato un errore storico

Al primo posto c'è il tema dell'Eurocritica, con il compito di portare la spinta necessaria alla campagna elettorale. L'introduzione dell'Euro sarebbe stato un errore storico che deve essere corretto, secondo il fondatore Bernd Lucke. "Chiediamo uno scioglimento ordinato della zona Euro. La Germania non ha bisogno dell'Euro. Altri paesi sono stati invece danneggiati dalla moneta unica", si dice nel programma elettorale. AfD chiede "la reintroduzione delle monete nazionali, oppure la creazione di unioni monetarie piu' piccole e piu' stabili". La reintroduzione del D-Mark non dovrebbe essere considerata un tabu'.

Come dovrebbe realizzarsi la dissoluzione dell'Eurozona non è pero' scritto nel programma. Lucke  tuttavia ha spiegato in alcune interviste e negli articoli specialistici che pensa all'introduzione di alcune valute parallele. Nei paesi in crisi i governi ormai di fatto insolventi potrebbero introdurre una nuova valuta accanto all'Euro, ad esempio una nuova Drachma. La nuova moneta si svaluterebbe, semplificando l'adeguamento dei prezzi.  I vecchi contratti, i beni e le proprietà resterebbero denominati in Euro, in modo da evitare un bank-run e le conseguenti turbolenze, chiarisce Lucke. Dopo una prima fase di passaggio, i paesi avrebbero la possibilità di uscire definitivamente dall'Euro. Questo permetterebbe loro di ripartire, secondo Lucke, dopo essere rimasti intrappolati in una spirale di recessione e tagli.

I costi delle politiche di salvataggio non devono essere sopportati dal contribuente

Nel programma della AfD si chiede anche una modifica dei trattati europei: "ogni stato dovrà avere la possibilità di uscire dalla moneta unica". La frase centrale del programma elettorale è: "ogni paese potrà decidere democraticamente sulla propria valuta". AfD vuole introdurre un veto contro la concessione di ulteriori aiuti miliardari. "Chiediamo che la Germania ottenga questo diritto di uscita dall'Euro, affinché possa bloccare con il suo veto ulteriori aiuti dal fondo ESM".

AfD critica il fatto che le politiche attuali di salvataggio non stanno salvando i paesi in crisi ma i creditori di questi paesi. Lucke in un'intervista alla FAZ aveva già definito questo aspetto un totale fallimento. Adesso nel programma elettorale si dice: "Chiediamo che il costo dei salvataggi non sia sostenuto dai contribuenti. Banche, hedge funds, e grandi creditori privati sono i veri beneficiari di questa politica. Ed è necessario che siano loro a risponderne". Per i paesi iperindebitati sarà necessario un taglio del debito. Le banche dovranno sostenere le perdite autonomamente, "oppure essere stabilizzate a spese dei loro creditori privati". Infine AfD chiede "una immediata interruzione degli acquisti di obbligazioni spazzatura da parte della BCE".

Un Europa di stati sovrani

AfD si difende dall'accusa di essere anti-europeo: "Sosteniamo un'Europa fatta di stati sovrani con un mercato interno. Vogliamo vivere in amicizia e in buon vicinato", scrivono nel loro programma. Tuttavia il partito si batte contro il crescente centralismo europeo. E' "necessario difendere la sovranità fiscale illimitata dei Parlamenti nazionali". "Respingiamo con decisione una Transferunion e uno stato centrale europeo". E piu' avanti si dice: "Faremo in modo che le competenze legislative possano tornare ai Parlamenti nazionali".

Oltre a cio' intendono riformare l'UE al fine di ridurre la burocrazia di Bruessel e promuovere una maggiore trasparenza. Come intendano realizzarla, non è scritto nel programma. Non hanno tuttavia fiducia nel Parlamento EU. "Il Parlamento europeo non è riuscito ad esercitare una funzione di controllo su Brüssel".

Rafforzare la democrazia diretta

Un capitolo a parte del programma è dedicato alla politica dei governi nazionali. AfD chiede di "rispettare pienamente lo stato di diritto". Senza menzionarlo direttamente, si rivolgono in particolar modo alla violazione avvenuta con gli eurosalvataggi - come ad esempio il mancato rispetto della clausola del cosiddetto "no bail-out". 

AfD chiede di "rafforzare la democrazia in Germania". Cio' dovrà essere fatto con piu' iniziative referendarie sul modello svizzero. Inoltre, AfD critica il fatto che i partiti tradizionali siano diventati troppo potenti. "Dovranno essere i cittadini a dare la linea  ai partiti, non il contrario", è scritto sempre nel programma elettorale.

Al congresso fondativo si è discusso anche se i parlamentari al Bundestag potranno avere un reddito aggiuntivo. Alcuni hanno inizialmente proposto un divieto, ma il leader del partito Lucke ha sostenuto che sarebbe stato impossibile escludere un'attività parallela per i i professionisti, gli imprenditori e i lavoratori autonomi. Il punto è stato attenuato. Nel programma elettorale si dice che i parlamentari dovranno "dedicare tutta la loro capacità lavorativa al Parlamento. Il mandato non potrà risentire di altre attività parallele" - e questa posizione puo' essere letta come una frecciata al candidato SPD Peer Steinbrück che a causa delle numerose conferenze ben retribuite in aula è si è visto molto poco.

Semplificazione fiscale

Un punto molto importante per il nuovo partito sono le finanze pubbliche - anche se le spiegazioni sull'argomento sono brevi e senza dettagli. L'Euro tra le altre cose è fallito anche perché nei paesi del sud sono stati fatti troppi debiti e i paesi del nord sono stati chiamati a garantire. Ma anche la Germania ha fatto molti debiti. "Chiediamo di rispettare i limiti all'indebitamento e di ridurre il totale dei debiti", si dice nel programma di AfD. Anche la Germania avrebbe fatto molti piu' debiti di quanto consentito.

I rischi assunti dalla Germania a causa delle politiche di salvataggio dovranno essere presi in considerazione nelle fasi di pianificazione finanziaria, chiede AfD. "Al momento si sta solo gettando polvere negli occhi dei cittadini" - questa frase è diretta a Wolfgang Schäuble, che da sempre sottolinea il fatto che la Germania nei programmi di salvataggio ha dato solamente delle garanzie e che non è stato effettuato alcun trasferimento. Altri politici addirittura sostengono che la Germania stia guadagnando dalle politiche di salvataggio, poiché per i prestiti effettuati il governo incassa degli interessi. Tuttavia i rischi assunti sono cosi' alti che il mercato dei capitali non sarebbe mai stato disposto a concedere tali crediti a quel tasso di interesse.

Al terzo punto AfD propone "una drastica semplificazione del diritto tributario in linea con il modello progressivo di Kirchhof". L'esperto costituzionale Paul Kirchhof, nella campagna elettorale del 2005 in qualità di candidato al Ministero delle finanze della CDU, aveva chiesto una drastica riduzione delle eccezioni fiscali, delle sovvenzioni e delle scappatoie e al loro posto una riduzione delle aliquote  ad un numero minimo di scaglioni. La SPD aveva attaccato questo modello definendolo iniquo. Dove la AfD intenda risparmiare per ridurre i debiti, nel programma elettorale non viene detto.

La famiglia è il nucleo della società

Sulle questioni sociali la AfD propone un programma alquanto conservatore. Chiede una maggiore protezione della famiglia in quanto "nucleo della società". Inoltre promette alle famiglie con molti bambini un maggiore sostegno: "la Germania deve diventare amica dei bambini e delle famiglie". Da dove il denaro dovrebbe arrivare, non lo dice.

No all'immigrazione senza regole

Anche sulla spinosa questione dell'immigrazione AfD ha una sua posizione: nel programma il partito scrive che la Germania "ha bisogno di una immigrazione qualificata e disposta ad integrarsi". Chiede una legge sull'immigrazione secondo il modello canadese. "E' necessario impedire un'immigrazione senza regole all'interno del nostro sistema sociale", si dice piu' avanti.

Questa frase è stata considerata dai media e dai politici rosso-verdi come la prova che AfD è un partito populista di destra. Tuttavia il partito propone un allentamento delle leggi e un miglioramento delle condizioni per la concessione del diritto di asilo: i richiedenti asilo dovrebbero avere la possibilità di lavorare, e cio' dovrebbe appartenere ad un trattamento dignitoso minimo.

Contro la "polizia della lingua"

AfD critica anche le regole della „Political Correctness“. In una prima bozza del manifesto si dice: "respingiamo un imbavagliamento dell'opinione pubblica sotto il pretesto del cosiddetto politicamente corretto". Nel programma finale questa frase è scomparsa. Il leader Lucke tuttavia è convinto che in Germania non esista alcuna limitazione formale della libertà di espressione. Il suo vice, il giornalista Konrad Adam, aveva in precedenza attaccato senza mezzi termini la cosiddetta "polizia linguistica" accusandola di voler mettere a tacere le opinioni impopolari. 


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mercoledì 13 marzo 2013

Prosegue il successo di „Alternative für Deutschland“


Grande interesse per la prima uscita pubblica di „Alternative für Deutschland“, il partito Eurocritico che si oppone agli Eurosalvataggi e propone di inserire nei trattati europei una clausola per l'uscita dalla moneta unica. Da FAZ.net
La prima uscita pubblica di „Alternative für Deutschland“ attira oltre 1200 persone. Con la loro critica i professori di economia hanno toccato un nervo scoperto nell'insoddisfazione del ceto medio.

Prima che il pubblico si riversasse nella sala comunale di Oberursel, i fondatori del nuovo partito hanno tenuto una conferenza stampa. Per un movimento che ha un sito internet da appena una settimana, l'interesse è grande. Circa due dozzine di giornalisti sono qui per sapere qualcosa in piu' sul nuovo partito „Alternative für Deutschland“. Davanti alla porta c'è una troupe televisiva italiana a fare le riprese. Nella sala rivestita di legno ci sono altre troupe televisive, i radioreporter tengono i loro registratori sotto il naso di Bernd Lucke. Lo snello professore di economia di Amburgo, che nonostante i suoi 50 anni ha ancora il viso di un ragazzino, risponde con pazienza alle domande.

Il vostro partito non danneggia l'ideale europeo? "L'Europa sta affondando", ha risposto. E l'Euro ne è responsabile. La moneta unica non è un fattore di pace, piuttosto un elemento di divisione. Nell'Europa del sud ha rovinato l'economia, perché i paesi non piu' competitivi non possono svalutare. Nel nord, soprattutto alla Germania, sono stati imposti enormi rischi per i programmi di aiuto miliardari. "A questa moneta e a questa Europa non c'è alcuna alternativa, dicono i governi e le opposizioni, che su questo tema hanno una politica unica. Ma un'alternativa c'è sempre" secondo Lucke: la dissoluzione dell'Euro e il ritorno alle monete nazionali, o a zone monetarie piu' piccole.

Il giornalista Konrad Adam, co-fondatore del partito, ha attaccato la presunta mancanza di alternative: "Pensiamo che la mancanza di alternative sia falsa e pericolosa, perché ci priva dei nostri diritti". L'ex capo della Cancelleria di stato nel Land Hessen, Alexander Gauland, come Lucke dopo molti anni ha lasciato la CDU, attacca: "Chi parla di "Euro come una comunità di destini", cerca solo di tenere in piedi una valuta che non funziona".

Il partito è ancora piccolo e giovane, ma Lucke è sorprendentemente fiducioso. "Le leggi devono essere rispettate, ma dobbiamo inserire un diritto di uscita nei trattati EU". Questa modifica "dovrebbe essere negoziata con i partner europei". E' innegabile: "se l'Euro dovesse dissolversi ci sarebbero delle turbolenze economiche, queste potrebbero anche costarci care". Si dovrebbe "discutere di una suddivisione solidale dei costi fra i partner". Ma se i "leader politici europei decidono di restare testardamente nell'Euro, gli squilibri continueranno a crescere e si arriverà ad una rottura disordinata". In questo modo anche il mercato unico potrebbe essere a rischio, se alcuni stati decidessero di alzare di nuovo le barriere doganali. "Sarebbe sicuramente peggio di un'uscita ordinata", secondo Lucke, il quale riesce ad affrontare ipotesi cosi' difficili con grande calma e cortesia tipicamente anseatica.

Il suo collega Joachim Starbatty, professore di economia, assiste invece con piu' temperamento. L'uscita dall'Euro renderà solamente visibili i costi per l'indebitamento già accumulati. Con gli Eurosalvataggi non si stanno salvando i paesi, ma le banche. La Grecia è in recessione da 6 anni, Italia e Spagna da 3 anni. "Dobbiamo passare dai salvataggi bancari a quelli statali". E la fine dell'Euro con una svalutazione sarebbe la sola possibilità. Sul fatto che una rivalutazione della valuta tedesca non danneggi l'export, insiste la giornalista del „Wall Street Journal“. Una rivalutazione non sarebbe un grande problema, aggiunge Starbatty. "La Germania è da sempre un paese con una valuta orientata all'apprezzamento". Dopo la guerra erano necessari 4.2 marchi per un dollaro, negli ultimi tempi il cambio era sceso a 1.3 dollari.

Per l'economia tedesca i forti apprezzamenti del Marco non sono mai stati un problema, ci spingevano verso l'innovazione. Per la popolazione una rivalutazione significava un guadagno in termini di potere di acquisto. "L'ex ministro dell'economia Karl Schiller lo chiamava dividendo sociale". Dal 2000 il potere di acquisto delle masse non è cresciuto, al contrario i profitti delle aziende del Dax sono cresciuti enormemente. L'economista di Tubingen con cio' vuole dire che l'Euro ha aiutato enormemente l'industria dell'export, ma non ha promosso il benessere generale. "Guardate alla Svizzera, nonostante un forte apprezzamento l'economia è in espansione e la quota dei disoccupati è vicina al 2.5 %", ha esclamato Starbatty.

A tratti la conferenza stampa è sembrata un seminario teorico di politica monetaria all'Università. In politica Lucke non ha molta esperienza, per sua stessa ammissione. Ma il sostegno dei cittadini gli dà coraggio. "Siamo un movimento di base", dice. Il partito ha iniziato con 55 sostenitori, di cui oltre la metà hanno un titolo di professore. Nel frattempo i membri sono già oltre 2000, dopo appena una settimana dall'annuncio pubblico.

Il programma di „Alternative für Deutschland“ ha 3 punti fondamentali: chiede di fermare gli Eurosalvataggi, critica "l'eccessiva burocrazia e il deficit democratico dell'EU" e infine intende "fermare la degenerazione e il declino del parlamentarismo e della cultura democratica". Dato che i parlamenti europei in seguito agli Eurosalvataggi sono stati privati dei loro poteri e ridotti a pure comparse. Un ulteriore punto programmatico di cui Lucke ha parlato è la semplificazione "dell'ipercomplicato diritto tributario tedesco".

C'è ancora un certo scetticismo sulla possibilità per il nuovo e piccolo partito di partecipare alle elezioni federali di settembre. Lucke vorrebbe raccogliere in 2 mesi in ogni Land 2000 firme  per poter essere ammesso alle elezioni. "Riusciremo con il vostro lavoro. Qui ci sono già 1200 persone, con voi otterremo le firme necessarie".

Il team televisivo italiano osserva con grande attenzione che cosa sta nascendo. L'Euroscetticismo è arrivato da tempo anche nei paesi core.

domenica 10 marzo 2013

Intervista a Konrad Adam di "Alternative für Deutschland"


WirtschaftsWoche, il settimanale di economia piu' diffuso, intervista Konrad Adam, uno dei leader della nuova formazione eurocritica „Alternative für Deutschland“. Da WirtschaftsWoche.
Il pubblicista Konrad Adam è uno dei fondatori del nuovo partito „Alternative für Deutschland“. Il movimento guidato dai professori di economia che alle elezioni politiche vuole competere contro il partito unico degli Eurosalvataggi. Non sarà pero' un movimento monotematico.

Wiwo: I nuovi partiti in Germania da tempo vengono considerati senza grandi possibilità di successo, soprattutto se cercano di fare concorrenza alla CDU-CSU. Con „Alternative für Deutschland“ lei e i suoi colleghi tuttavia ci state provando. Perchè?

Konrad Adam: Per noi è stata decisiva l'impressione che con gli Eurosalvataggi si fosse superato un limite che non doveva essere superato, senza chiedere il parere dei cittadini. A tale proposito ci affidiamo a quanto detto dalla Corte Costituzionale sul tema. Si sta decidendo su un argomento di grande importanza, e su questo siamo d'accordo con la Cancelliera. Tuttavia  in Parlamento non è ancora rappresentato un sentimento di scetticismo cosi' diffuso. Tutti i partiti su questo argomento hanno la stessa posizione: siamo per i salvataggi. E questo lo troviamo sbagliato.

C'è stata una causa scatenante che vi ha portato a questa decisione?

Si', è stata la deliberata e pianificata violazione del Trattato di Maastricht. I criteri nel corso del tempo sono stati ignorati da tutti i firmatari. Non si puo' certo dire dall'oggi al domani all'elettore: "Pesce di aprile, le vecchie regole non valgono piu', da oggi ce ne sono di nuove che ci siamo date fra di noi, senza chiedere la vostra opinione", è un modo di procedere inaudito e senza precedenti. Se non vogliamo che questa violazione diventi la prassi a livello internazionale, dobbiamo agire ora.

Da chi è partita l'iniziativa per il vostro movimento?

Ci sono stati diversi contatti, tuttora attivi. Durante l'ultimo anno il livello di rischio è salito. E questo ci ha portato ad una conclusione: nonostante tutte le difficoltà, su cui non ci facciamo alcuna illusione, è necessario osare. Sono uno di quelli che già da tempo sbatteva i piedi per terra. L'iniziativa è partita prima di tutto da Bernd Lucke, con il quale abbiamo lavorato molto, ma anche dal mio vecchio amico Alexander Gauland. E molti altri hanno dato il loro contributo. C'è inoltre un gran numero di persone che considerano la nostra causa giusta, ma che per diverse ragioni si rifiutano di entrare in un partito formale.

Sarete presenti alle elezioni federali del settembre 2013?

L'abbiamo in programma e faremo il possibile per superare gli ostacoli. Facciamo naturalmente i conti con la resistenza dei partiti politici concorrenti.

Svilupperete un programma politico che si occupa anche di altre questioni europee problematiche?

Sicuramente. Non vogliamo restare un partito con un solo tema. La nostra priorità è la preoccupazione per la moneta -  e per me personalmente ancora piu' importante - la proccupazione per il futuro della democrazia. Se il cittadino va a votare, vuole avere anche una scelta. Al momento per i motivi sopra menzionati non ce l'ha.

Dove vi posizionate nello spettro politico?

Io credo che la suddivisione fra destra, sinistra e centro non possa piu' spiegare molto. A causa dell'azione della Cancelliera queste parole sono diventate cosi' sfumate che ormai ci dicono poco. Abbiamo consapevolmente rinunciato al nome "Centro civile" e scelto al suo posto „Alternative“. Al centro sono in molti ad affollarsi.

In passato „alternativ“ era una parola per la sinistra e i movimenti ecologisti.

Personalmente, poiché mi considero un liberale-conservatore, da sempre ho una grande simpatia per le tematiche ambientali dei Verdi. Non riesco ancora a capire perché Helmut Kohl abbia escluso questo tema.

Vuole diventare segretario del partito?

No

Sarete in grado di inserire nel partito nuove strutture, diverse da quelle dei partiti tradizionali?

Su questo ancora non abbiamo deciso. Naturalmente abbiamo bisogno di un'organizzazione e senza un minimo di gerarchia non riusciremo a sopravvivere. Fino ad ora la nostra struttura preliminare è stata volutamente piatta. Abbiamo 3 portavoce, Bernd Lucke, Dagmar Metzger e il sottoscritto, a questi si aggiungono 3 membri di una commissione etica. Io credo che dovremmo mantenere un'organizzazione piatta e consapevolmente democratica anche in futuro.

Uno dei vostri sostenitori, Hans Olaf Henkel, è legato anche ai "Freie Wähler". Pensa ad alleanze elettorali o a collaborazioni simili con i "Freie Wähler".

Non si puo' escludere. Alle elezioni regionali in Niedersachsen abbiamo corso con i "Freie Wähler" perché sapevamo quanto difficile fosse la fondazione di un nuovo partito. Il risultato è stato deludente e l'esperienza ambivalmente. I "Freie Wähler" sono giustamente felici per le loro radici comunali. Dicono pero': ci interessiamo per la palestra locale, restiamo fuori dai temi di Berlino e di Bruessel. E' una posizione legittima, ma difficilmente conciliabile con i nostri temi. Se i "Freie Wähler"  sull'argomento non si mostreranno aperti, vedo grandi difficoltà per una ulteriore forma di collaborazione.

I "Freie Wähler"  sotto la guida di Hubert Aiwangers hanno fondato un'associazione federale.

Adesso avrà il compito di convinvere i circoli locali dei "Freie Wähler" di quanto siano importanti i grandi temi. Non saranno decisivi il livello comunale e quello regionale, piuttosto il livello federale e sempre piu' quello europeo.

I "Freie Wähler" e i "Pirati" sono cresciuti dal basso, il vostro partito invece nasce dall'alto. Una formazione fondata da professori di fama, giornalisti e alti funzionari.

Siamo solo all'inizio. Ma non siamo certo un partito nato dall'alto. Io sono pensionato

Ma come giornalista non certo sconosciuto

Abbiamo una piccola imprenditrice di Leipzig, varie persone dal settore IT che hanno appena aperto la loro attività. C'è una certa sovrarappresentazione dei professori di economia, ma è dovuto al tema trattato. Per ottenere l'attenzione delle masse, cercheremo di avere una militanza piu' ampia e rappresentativa. Abbiamo gettato una rete molto ampia.