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venerdì 23 settembre 2016

Il piano Letta bocciato dalla stampa tedesca

Enrico Letta, Jörg Asmussen, Pascal Lamy ed altre personalità di spicco presentano un piano per riformare l'Eurozona. Die Welt accusa il piano di ingenuità e lo boccia: la Germania potrà concedere aiuti solo in cambio di riforme, no ad una unione di trasferimento. Da Die Welt.

Economisti e politici di primo piano hanno realizzato un manifesto per il salvataggio del continente e della sua moneta. Chiedono piu' potere per l'UE. In questo modo fanno un favore ai populisti.

Gli amici dell'Europa sono preoccupati per il continente. Sono inquieti per la Brexit, l'avanzata dei populisti e per l'incombente Euro-crisi. Tanto più' che i timidi tentativi di salvataggio della politica - come al recente vertice di Bratislava - rivelano che i governanti non hanno una soluzione per i problemi europei. 

Per risolvere i dilemmi dell'UE c'era bisogno di un importante gruppo di economisti e di rinomati ex politici europei. Hanno presentato una sorta di Euro-manifesto, un piano in tre fasi per il salvataggio del continente e della sua moneta comune.

La parola degli autori del manifesto è sicuramente di peso. Fra loro ci sono ad esempio Enrico Letta, ex primo ministro italiano. Ma anche Jörg Asmussen, ex segretario di stato presso il Ministero delle Finanze tedesco, fa parte del gruppo. Come Pascal Lamy, ex direttore generale del WTO.

Il gruppo intende stimolare la politica e allo stesso tempo alleggerire il ruolo della BCE, che attualmente è il solo garante per i tassi a zero e per le iniezioni di liquidità miliardarie.

Euro-salvataggio in 3 fasi

"Una riforma dell'Euro può' essere impopolare per i politici, ma è decisiva. L'azione di Draghi ha salvato l'Euro, ma ora i governi devono fare il loro lavoro" scrivono nell'appello. "L'Euro è vulnerabile e ha bisogno di riforme urgenti, altrimenti non sopravviverà alla prossima crisi. Non sappiamo, se la prossima crisi sarà fra 6 settimane, 6 mesi oppure 6 anni. Ma dobbiamo agire adesso".

Il salvataggio avrà successo in 3 fasi

Prima di tutto è necessario ampliare le misure di aiuto e di primo soccorso. Cosi' la zona Euro, ora in crisi, in futuro dovrà essere in grado di resistere agli shock esterni e interni. Gli strumenti già esistenti, come il meccanismo di stabilità ESM o l'unione bancaria dovranno essere ampliati e resi flessibili - per scongiurare le minacce in maniera preventiva. Con un budget di emergenza di 200 miliardi di Euro, in caso di necessità si potrebbero acquistare titoli di stato. 

Nella seconda fase le economie divergenti dovrebbero essere riportate verso un comune percorso di crescita. Qui il gruppo degli Euro-salvatori propone il metodo del bastone e della carota. Gli stati in crisi dovranno applicare immediatamente le riforme strutturali. In cambio saranno ricompensati rapidamente con un pacchetto di investimenti miliardari. 

A quel punto l'Europa sarebbe pronta per il terzo e ultimo passo. I salvatori lo chiamano il "momento federale". E qui arriva il loro messaggio principale. Gli stati nazionali dovranno alla fine cedere la loro sovranità e fare spazio al più' Europa. Ne nascerebbe una unione monetaria "basata su di un'ampia condivisione dei rischi e della sovranità", guidata da un governo economico democraticamente eletto.

L'Euro-manifesto arriva in un momento critico

L'ESM dovrebbe diventare una sorta di Fondo Monetario europeo. Un ministro finanziaro dell'Euro sotto il controllo parlamentare si assumerebbe la responsabilità politica sui programmi di aiuto. Ci sarebbe un budget Euro e una assicurazione comune sui depositi. In questa fase la battaglia contro la crisi sarebbe conclusa e si avrebbe un quadro solido e di lungo periodo in grado di garantire a tutti i cittadini europei una struttura democratica e la stabilità economica. Il primo passo per il completamento dell'Unione monetaria dovrebbe essere la modifica dei trattati UE.

La proposta dei presunti salvatori arriva in un momento critico. Nei 5 principali paesi dell'Eurozona nei prossimi mesi ci saranno importanti elezioni o referendum. In Germania, Francia e Olanda e probabilmente anche Spagna si dovranno votare i nuovi capi di governo o i presidenti. L'Italia ha sull'agenda, entro dicembre, un referendum sulla riforma costituzionale. Nella maggior parte dei paesi, l'idea del piu' Europa, ed è esattamente questo il punto centrale del manifesto, non è particolarmente popolare. Che gli autori del manifesto siano le classiche Euro-élite, che non hanno saputo mantenere le loro promesse di crescita e prosperità, contribuisce ad alimentare lo scetticismo di molti critici. 

Dopo tutto gli autori rivendicano la volontà di sopperire alle debolezze strutturali dell'Eurozona. In parole semplici, ci sono solo 2 sistemi costituzionali stabili: quello in cui i membri della zona Euro mantengono le libertà degli stati nazionali. In questo caso devono anche assumersi la responsabilità delle loro azioni, che nel caso di una unione monetaria significa anche la possibilità di fallire. Oppure, le decisioni e le responsabilità vengono messe in comune. Vale a dire: l'Europa avrebbe l'ultima parola anche sui bilanci pubblici nazionali, nella definizione dei salari o nelle politiche per la concorrenza.

La centralizzazione da sola non è la panacea

Ogni individuo nella sua vita quotidiana prende delle decisioni, le cui conseguenze non possono semplicemente gravare sui vicini di casa. L'UE funziona esattamente in questo modo - con risultati modesti. La BCE, con il suo programma di acquisti, è sola nel tentativo di mantenere in piedi una struttura instabile. Una integrazione maggiore e piu' profonda, secondo il gruppo di esperti, sarebbe la soluzione agli attuali difetti di costruzione.

Che la centralizzazione da sola non sia una panacea, lo mostra chiaramente la situazione del nostro vicino in difficoltà, la Francia. L'economia è sclerotizzata, la competitività è in caduta libera a causa della mancanza di volontà riformatrice. Uno sviluppo in questa direzione non salverebbe l'UE dal baratro - al contrario. Inoltre, solo pochi stati sono pronti a trasferire le loro competenze a Bruxelles. 

Questo lo sanno anche gli autori del manifesto e per questo propongono un "approccio intergovernativo". Questo punto in particolare in Germania non sarebbe particolarmente popolare. E' stato in primo luogo il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble in Europa ad affermare un principio. Temendo che la disponibilità ad un aiuto immediato avrebbe ridotto gli sforzi di riforma, gli aiuti sono stati concessi solo in cambio delle riforme.

E' vero che anche gli autori vorrebbero far fluire gli aiuti solo dopo aver visto le riforme. Ma il pacchetto di aiuti di primo soccorso potrebbe invogliare molti governi a rinviare le dolorose riforme economiche necessarie. Tanto piu' che i 200 miliardi di Euro previsti non sarebbero nemmeno sufficienti per calmare i mercati finanziari in caso di crisi. 

lunedì 27 maggio 2013

Prosegue la guerra fra BCE e Bundesbank


Prosegue lo scontro fra BCE e Bundesbank, questa volta  davanti alla Corte Costituzionale di Karlsruhe. I giudici costituzionali tedeschi ancora una volta dovranno decidere sul futuro europeo. DA FAZ.de
La guerra per la stabilizzazione dell'Euro passa alla battaglia successiva: il luogo sarà l'udienza davanti alla Corte Costituzionale tedesca dell'11 giugno. Jens Weidmann parlerà per conto della Bundesbank, dall'altra parte dovrebbe esserci Jörg Asmussen, membro tedesco del Board BCE.

L'udienza davati alla Corte Costituzionale di Karlsruhe dell'11 giugno, nel quadro del processo di stabilizzazione dell'Euro, è stata riconosciuta sia dalla BCE che dalla Bundesbank come una tappa di fondamentale importanza. Il presidente BCE Mario Draghi non sarà presente, anche se ha ammesso la rilevanza della decisione. La BCE non ha ancora fatto sapere chi ci sarà a parlare per suo conto quando i giudici vorranno sapere qualche particolare in piu' sul fondo di stabilizzazione ESM, sul programma di acquisti della BCE, sui prestiti di emergenza, e sui giganteschi saldi Target. Secondo le prime indiscrezioni dovrebbe essere il membro lussemburghese del board Yves Mersch a spiegare la posizione della BCE. Da giovedi' tuttavia si mormora che a rappresentare la BCE a Karlsruhe ci sarà il membro tedesco Jörg Asmussen. La posizione critica della Bundesbank sarà invece difesa dal presidente Jens Weidmann.

Nel frattempo Draghi, a quanto si dice, ha tenuto conversazioni informali con alcuni ex giudici della Corte Costituzionale per conoscere le peculiarità del piu' alto tribunale tedesco e il ruolo dei suoi attori principali. Per la BCE l'udienza è di grande importanza, poiché la successiva sentenza potrebbe limitarne il campo di azione. Si andrà al centro della questione: Weidmann spiegherà perché considera il programma di acquisto titoli (OMT) un superamento del mandato BCE. Nella relazione di dicembre la Bundesbank scriveva che l'indipendenza della BCE sarebbe stata danneggiata e i rischi sarebbero aumentati nel caso in cui all'interno del programma si fossero acquistate obbligazioni di scarsa qualità. Nel frattempo, si è aggiunta un'operazione di scambio fra la BCE e il governo irlandese. Da allora lo stato irlandese finanzia una parte del suo debito, pari al 20% del PIL irlandese, tramite la BCE al tasso ufficiale di sconto. Non solo alla Bundesbank, ma anche ad altre banche centrali dell'Eurozona, questa decisione è apparsa come una delle operazioni di salvataggio piu' discutibili.

La Bundesbank considera non sostenibili i requisiti previsti dalla BCE per la concessione di credito ai possibili beneficiari dell'OMT. Una volta che gli acquisti saranno iniziati, sarà difficile fermare il programma. Inoltre, sempre la Bundesbank mette in discussione le ragioni di fondo dell'intervento: non è compito della banca centrale garantire la coesione dell'unione monetaria. Questo argomento in particolare è stato utilizzato in piu' occasioni dalla BCE. Nei giorni scorsi, si sono fatte molte allusioni al fatto che dentro la Bundesbank ci sarebbero numerosi  euroscettici.

Karlsruhe non si occuperà direttamente delle questioni relative al diritto europeo.

Il parere della BCE, scritto dal giurista tedesco Frank Schorkopf, è invece teso a dimostrare la legalità dell'acquisto dei titoli di stato. Egli argomenta che la BCE, accanto al suo obiettivo primario di mantenimento della stabilità dei prezzi, dovrebbe perseguirne altri, come ad esempio la garanzia della stabilità finaziaria. Le dichiarazioni circa l'irreversibilità dell'Euro, con le quali si giustifica il programma OMT, non sarebbero affatto una scelta arbitraria. L'irreversibilità dell'Euro non sarà garantita a spese della stabilità dei prezzi. "L'irreversibilità è piuttosto un importante requisito per il raggiungimento della stabilità dei prezzi", si dice nel documento BCE.

Che cosa ci si puo' aspettare allora da Karlsruhe? Si chiedono i banchieri centrali. Poiché la corte suprema non si occupa direttamente delle questioni di diritto europeo, è probabile che su molti punti si dichiari non competente. Probabilmente non ci sarà alcuna dichiarazione del tipo: il programma di acquisto OMT della BCE infrange il diritto europeo. Anche la constatazione di una violazione del diritto europeo viene considerata improbabile. Allo stesso tempo, i giudici, come nel precedente ricorso costituzionale, eviteranno di inoltrare il procedimento alla Corte Europea - dove probabilmente ci sarebbe un atteggiamento favorevole nei confronti delle politiche di salvataggio. Sono ipotizzabili invece esortazioni al Bundestag e al governo, affinché la politica monetaria in futuro sia monitorata, e per una verifica del superamento dei trasferimenti di sovranità già effettuati.

Ma anche se non si arrivasse a tali esortazioni, i critici delle politiche di salvataggio, dal procedimento di Karlsruhe, si apettano un effetto di smorzamento. Anche lo stesso parere della BCE conterrebbe informazioni importanti sui limiti della politica monetaria, sempre secondo i critici. La dichiarazione  BCE indicherebbe infatti il limite oltre il quale l'intervento della BCE debba essere considerato un finanziamento allo stato da parte della banca centrale. Ad esempio, subito dopo una nuova emissione non potranno essere acquistati titoli, per non eludere il divieto di acquisto sul mercato primario. Inoltre, sarà reso esplicito il volume dei titoli di stato con una scadenza da uno a tre anni - il programma è limitato a questa durata. In Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia la somma di queste obbligazioni raggiunge i 524 miliardi di Euro. Ma la BCE non perseguirà questo obiettivo di acquisto. Sarà piuttosto interessata a mantenere i mercati liquidi, evitando di acquistare l'intero stock dei titoli in circolazione.

martedì 19 marzo 2013

Di chi è la colpa?


Dopo lo scaricabarile, NachDenkSeiten.de, interessante sito di analisi economica da sempre critico verso le politiche merkeliane, individua i responsabili della patrimoniale cipriota. Non è tutta colpa dei tedeschi. Jens Berger Da NachDenkSeiten

Secondo i racconti fatti dagli insider e raccolti dal Financial Times e dal cipriota Kathimerini, il poker della negoziazione si è svolto in questo modo: nel pomeriggio Angela Merkel ha messo la pistola alla tempia del nuovo presidente Nikos Anastasiades - un politico conservatore che con il sostegno di Merkel ha vinto le elezioni contro il suo avversario Christofias. L'offerta: il denaro dal fondo ESM arriverà solo se i risparmiatori ciprioti parteciperanno ai costi del salvataggio. Anastasiades ha quindi proposto una tassa speciale alquanto moderata del 3.5 % sui depositi bancari sotto i 100.000 €, e del 7.5 % sui depositi superiori ai 100.000 €. Se in questi giorni i commentatori conservatori si  strappano i vestiti per la violazione della garanzia sui depositi, allora dovrebbero mettere nero su bianco i nomi. L'idea di far passare alla cassa anche i piccoli risparmiatori, a quanto pare è arrivata dal capo del FMI Christine Lagarde, ed è stata imposta ai ciprioti da Angela Merkel.

Si apre il sipario per Wolfgang Schäuble

Nelle negoziazioni successive, la questione non era piu' se i risparmiatori dovevano essere coinvolti, ma in quale misura. Dopo che il lato cipriota nella negoziazione aveva approvato una partecipazione del risparmiatore tutto sommato moderata, Wolfgang Schäuble ha preso la palla al balzo e ha messo di nuovo la pistola alla tempia di Anastasiades. Non si tratta piu' del 3.5% e del 7.5%, ma della somma complessiva da ricavare con la tassa speciale. I 7 miliardi di Euro decisi da Schäuble, corrispondono a quasi il doppio di quanto in precedenza era stato definito prelievo "moderato". Anastasiades è uscito dalla stanza arrabbiato e ringhiando: "state cercando di ucciderci".

Si apre il sipario su Jörg Asmussen

A questo punto entra in scena il membro del board BCE Jörg Asmussen e chiarisce ai ciprioti: in caso di un fallimento dei negoziati, la BCE a partire da martedi' è pronta a chiudere la sua linea di credito per le due banche cipriote piu' grandi. Decisione che avrebbe portato il sistema bancario cipriota al crollo immediato. Il governo cipriota non aveva alcuna scelta - bere o affogare.

Il risultato finale non getta una buona luce sul presidente cipriota. La partecipazione dei piccoli risparmiatori alla tassa speciale non è stata in realtà una richiesta specifica dei tedeschi, del FMI, dell'Eurogruppo o della BCE. A Cipro è stato richiesto "esclusivamente" di raccogliere 7 miliardi di Euro con una tassazione straordinaria. E questa somma si sarebbe potuta ottenere senza tanti problemi anche evitando la partecipazione dei piccoli risparmiatori. Secondo i calcoli di Barclays Capital, Cipro avrebbe potuto raggiungere i 7 miliardi di Euro anche senza tassare i depositi bancari sotto i 100.000 €, e tassando i depositi oltre i 100.000 € con un 15.5 % di prelievo.

E' stato il presidente Anastasiades a decidere se i piccoli risparmiatori dovevano essere coinvolti oppure se a partecipare dovevano essere i numerosi e facoltosi clienti russi. Anastasiades del resto non sarebbe stato un vero conservatore, appoggiato da Merkel in campagna elettorale, se avesse deciso difendere i piccoli risparmiatori e far pagare quelli grandi.
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