sabato 6 maggio 2017

Il francese piu' amato dai tedeschi

Prosegue l'interventismo tedesco nella campagna elettorale francese, la stampa mainstream e la politica tedesca sostengono apertamente Macron. German Foreign Policy propone un'analisi molto interessante. Da german-foreign-policy.com



Secondo il modello tedesco 

Emannuel Macron in Francia - a ragione - è considerato un sostenitore della politica di austerità tedesca. E cio' non è riconducibile solo al suo passato da investment banker ma anche al fatto che nel periodo in cui ha ricoperto la carica di Ministro dell'Economia sotto Hollande (dall'agosto 2014 fino all'agosto 2016) ha sempre assecondato le richieste tedesche. Il suo predecessore Arnaud Montebourg si era opposto apertamente  ai diktat di risparmio tedeschi e nel 2014, in un'intervista rilasciata ad un giornale francese dichiarava: "Parigi non deve necessariamente farsi piacere ogni richiesta: se ci pieghiamo all'ortodossia delle destre tedesche, allora significa...che i francesi, anche quando votano per la sinistra francese" - Montebourg si riferiva al governo quidato dal partito socialista -, "in realtà stanno votando per l'applicazione del programma della destra tedesca". E' arrivato il momento "di alzare il tono della discussione" [4]. Poco dopo Montebourg si dimise, Macron prese il suo posto al ministero - ed inizio' ad elaborare una legge sul lavoro secondo il modello tedesco. La riforma ("legge Macron"), passata in Parlamento solo grazie a un voto di fiducia, per settimane ha causato massicce proteste in tutta la Francia. [5] Il candidato alla presidenza ancora oggi viene identificato con una legge sul lavoro chiaramente orientata verso gli interessi tedeschi.


Ho fiducia nella Germania

Il risultato finale è che oggi Macron gode di grande popolarità in Germania. Il governo tedesco fin dalla campagna elettorale per il primo turno si è apertamente schierato a suo favore. Il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble si esprimeva letteralmente cosi': "probabilmente voterei per Macron" [6]. Macron ha la simpatia dei media mainstream tedeschi; recentemente è arrivato un apprezzamento sul suo conto anche dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung: "non ha fatto campagna elettorale a favore di una prova di forza tra Francia e Germania, a differenza di Hollande", ha invece "promesso una ripartenza". [7] Berlino ha continuato ad intervenire apertamente nella campagna elettorale francese, anche prima del ballottaggio. Cosi' il Sottosegretario al Ministero degli Esteri Michael Roth (SPD), subito dopo il primo turno, avvertiva che il candidato Macron in nessun modo doveva essere percepito come il candidato tedesco, perché questo avrebbe potuto danneggiarlo [8]. Tuttavia la Cancelliera Angela Merkel ha chiaramente esplicitato la sua preferenza e mercoledì si è espressa in questo modo: "il suo successo sarebbe un segnale positivo per il centro politico, che anche qui in Germania ci auguriamo possa restare forte" [9]. "La Germania voterebbe Macron" titolavano i media tedeschi suggerendo che secondo i sondaggi, in Germania, il candidato di "En Marche" avrebbe il 72.8% delle preferenze e un grande vantaggio nei confronti di Marine Le Pen, che otterrebbe solo il 19.5%, un vantaggio molto più' ampio rispetto ai dati francesi. Macron già in gennaio aveva dichiarato: "io voglio piu' Europa, e la voglio con la Germania. Ho fiducia nella Germania" [10].

Cresce l'insoddisfazione

Le cose vanno diversamente in Francia. Sicuramente nei sondaggi Macron è davanti, perché la riluttanza a votare un politico dell'estrema destra è ancora molto forte. Tuttavia il suo vantaggio copre una sempre crescente insoddisfazione nei confronti dell'egemonia tedesca nell'UE. "I francesi che non beneficiano della globalizzazione, i perdenti della globalizzazione, non vedono nell'Europa di oggi nessuna utilità, ma piuttosto la vera ragione del declino nazionale", rifersce Hans Stark, professore di Scienze Politiche alla Sorbona, esperto di relazioni franco-tedesche [11]. "In Francia nel frattempo si fa sempre piu' forte la critica al modo in cui la politica economica europea viene gestita", e la critica riguarda "prima di tutto le politiche di austerità". "La Francia non riesce a venirne a capo - da quasi 40 anni", constata Stark. Il paese "è sempre stato costretto a fare austerità a causa di pressioni esterne, soprattutto dalla Germania", sebbene cio' sia in netto contrasto con le sue tradizioni di politica economica; "di fatto sta soffrendo per le politiche europee, politiche dettate in primo luogo dalla Germania". La "critica alla Germania" si fa sempre piu' forte: "io credo che questa critica sia condivisa da almeno due terzi dei francesi, se non di piu'".

Superare le inibizioni

Gli osservatori mettono in guardia: un presidente Macron troppo docile nei confronti della Germania approfondirebbe ulteriormente le divisioni della Francia e questo potrebbe aiutare il Front National (FN) di Marine le Pen ad ottenere la maggioranza alle prossime elezioni presidenziali. Il grande sociologo francese Didier Eribon scrive che se Macron dovesse portare all'estremo la sottomissione della Francia alla politica dell'austerità tedesca, è possibile che le inibizioni ancora esistenti nei confronti di un voto all'estrema destra in futuro possano scomparire. Eribon, in riferimento al presunto successo del grande favorito tedesco Macron e considerando i 5 anni che ci separano dalle prossime elezioni presidenziali ha fatto una profezia: "chi vota per Macron, vota Le Pen" [12].


[4] S. dazu Unter der deutschen Rute (II).
[5] S. dazu Der Preis der Deregulierung.
[6] S. dazu Frankreichs Wahl.
[7] Michaela Wiegel: Das Frankreich, das wir verdienen. Frankfurter Allgemeine Zeitung 25.04.2017.
[8] Merkel will Macron als Partner. www.spiegel.de 28.04.2017.
[9] Catharina Felke: Deutschland würde Macron wählen. www.zeit.de 04.05.2017.
[10] Christoph Hasselbach: Macron - oder die Sintflut. www.dw.com 05.05.2017.
[11] Leila Al-Serori: "Macron will nicht als Marionette Deutschlands dastehen". www.sueddeutsche.de 04.05.2017.
[12] Didier Eribon: "Wer Macron wählt, wählt Le Pen". www.sueddeutsche.de 20.04.2017.
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