venerdì 9 dicembre 2016

La politicizzazione della banca centrale

Holger Steltzner, condirettore della prestigiosa FAZ, torna alla sua attività preferita: attaccare Draghi e la BCE a guida italiana. Nel suo ultimo editoriale sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung accusa la BCE di essere una banca centrale politicizzata responsabile dei successi elettorali delle forze populiste di destra. Da FAZ.net


L'unione monetaria si è trasformata in una unione del debito e delle garanzie, dove le regole e i trattati sono interpretati e infranti a piacimento. La clausola di "no bail-out" del Trattato di Maastricht non vale nemmeno la carta su cui è stata scritta. La politicizzazione della politica monetaria prosegue. Un commento


A Maastricht siamo riusciti a difendere tutti i maggiori interessi tedeschi. Cosi' annunciava il Cancelliere Kohl esattamente 25 anni fa alla fine di una riunione maratona durata 31 ore durante la quale gli allora 12 capi di stato e di governo avevano raggiunto un accordo sui principi dell'unione monetaria ed economica europea. Nessuno in Germania deve temere che il D-Mark sia stato regalato all'Europa, aggiungeva l'allora Ministro delle Finanze tedesco Waigel (CSU). "No, stiamo estendendo il nostro D-Mark all’Europa", scriveva Waigel nel giornale di partito „Bayernkurier“. La politica di stabilità sarà un modello per l'intero continente. "Costringeremo l'Europa e noi stessi ad avere la massima disciplina nella gestione del denaro dei nostri contribuenti". Bene, oggi lo sappiamo e possiamo affermare: raramente i politici si sono sbagliati di piu'.

L'unione monetaria si è trasformata in una unione del debito e delle garanzie, dove le regole e i trattati sono interpretati e infranti a piacimento. La clausola di "no bail-out" del Trattato di Maastricht non vale la carta su cui è scritta. Con il fondo di salvataggio ESM, introdotto durante la crisi, gli aiuti intergovernativi sono diventati la nuova normalità dell'Eurozona. Sin dall'inizio, il tetto al debito pubblico pari al 60 % del PIL non ha interessato nessuno. Anche del limite al deficit dei bilanci pubblici pari al 3% non si cura nessuno. Ormai nessuno sa piu' esattamente che cosa sia ancora valido, magari perché in un paese presto ci saranno le elezioni, oppure perché la Francia resta la Francia. Nel 25 ° anniversario abbiamo addirittura bisogno di uomini di scienza per capire quante volte il patto di stabilità e crescita è stato violato: ben 165 volte!

La politica della BCE ha ormai poco a che fare con i principi di stabilità della Bundesbank, a cui avrebbe dovuto ispirarsi; lo si capisce chiaramente dal fatto che il presidente Bundesbank è il critico piu' testardo delle politiche di salvataggio della BCE. Sebbene Weidmann non si stanchi di chiedere un ritorno allo spirito del Trattato di Maastricht, il consiglio direttivo ha celebrato l'Euro-anniversario a modo suo: la BCE ha deciso di estendere di 9 mesi il controverso programma di acquisto dei titoli di stato e quindi di aumentarne il volume fino alla incredibile somma di 2.3 miliardi di Euro. Le reali dimensioni di questa somma si possono capire solo facendo un confronto: in meno di 3 anni la BCE ha acquistato piu' titoli di stato di tutti i debiti fatti dalla Germania in diverse generazioni.


Il sistema della BCE è diventato il piu' grande creditore della zona Euro


Nella Eurotower di Francoforte nessuno ormai ha piu' il coraggio di chiedere se aver abolito i rendimenti definiti dai mercati finanziari sia stata una buona idea; chi lo fa viene considerato un apostata. A Francoforte, Bruxelles o Berlino si preferisce far finta che in Grecia ci sia una sempre maggiore disponibilità a fare riforme, mentre nel frattempo il governo di Atene non paga interessi sul debito e dovrà rimborsare i prestiti solo in un lontano futuro - se mai lo farà. L'acquisto dei titoli di stato non ha nulla a che fare con il finanziamento degli stati, almeno cosi’ vorrebbe farci credere la BCE, con l'approvazione dei piu' alti giudici europei. Nel frattempo la banca centrale è diventato il piu' grande creditore di tutta la zona Euro, e presto avrà nei suoi bilanci un terzo di tutti i debiti pubblici in Euro.

La BCE nel negare l'impatto redistributivo delle sue politiche apre un divario enorme fra percezione e realtà. Chiunque puo’ vedere come i risparmiatori si stiano impoverendo, mentre gli investitori in immobili e azioni sono sempre piu' ricchi. Dei rischi per la stabilità finanziaria e dei danni causati dalle bolle speculative erranti nella zona Euro, secondo le autorità europee, dovrebbero invece gentilmente occuparsene le autorità di vigilanza nazionale.


La politicizzazione della politica monetaria va avanti


Della rabbia e dell’inquietudine di molti elettori, per il non rispetto dei trattati europei, in Gran Bretagna, Austria, Francia, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Ungheria, Rep. Ceca, Polonia o in Olanda, i nostri "euro-salvatori" non si sentono responsabili. Quando poi i politici vorrebbero convincerci che la perdita di controllo alle frontiere d’Europa è senza alternativa, e che il crescente malcontento nei confronti dell'UE sarebbe solo populismo, siamo alla negazione della realtà.


Sebbene i mercati stiano seguendo la crisi di governo italiana in maniera alquanto rilassata, la politicizzazione della politica monetaria prosegue. Alcuni membri del consiglio BCE temono un'avanzata dei partiti di protesta nell'unione monetaria e pertanto ritengono che la politica monetaria debba opporvi resistenza. Nel fare qeusto pero' la rabbia e il malcontento continuano a crescere anche perché lo strabismo della BCE verso i risultati elettorali viene considerato un tentativo di influenza fatto da potenti funzionari non eletti che non devono rendere conto agli elettori.


3 commenti:

  1. Che sbadati i tedeschi, quando parlano di violazione delle regole dei trattati si dimenticano sistematicamente di menzionare quella relativa ai limiti dei surplus commerciali. Chissà perché?

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    1. Perché non era nello spirito di maastricht. Mentre i tedeschi salvaguardavano ogni interrsse nazionale tedesco gli altri evidentemente dormivano...

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  2. L'ipocrisia teutonica all'ennesima potenza! Ci vuole un bel coraggio per asserire che il QE stia causando bolle immobiliari, quando la principale causa delle bolle nella periferia sono stati i crediti dissennati elargiti dalle banche tedesche. Ci vuole ancora più coraggio per lamentarsi del fondo salva stati, quando attraverso esso si salvava dal fallimento (col denaro dei contribuenti europei) il sistema bancario tedesco, colpevolmente e esposto verso i paesi in crisi. Ci vuole infine un enorme coraggio, direi un coraggio germanico, per usare come termine di paragone i debiti contratti da diverse generazione di tedeschi, quando per ben tre volte negli ultimi cento anni alla Germania è stata accordata la possibilità di non ripagare i propri debiti.

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