mercoledì 23 maggio 2012

L'Europa non ha bisogno dell'euro

Esce il nuovo libro di Thilo Sarrazin, ex membro SPD e Bundesbank, cacciato dopo aver pubblicato un best seller contro l'immigrazione in Germania. Questa volta l'obiettivo dei suoi attacchi è la moneta unica: l'Euro è un imbroglio e non serve a nulla. Ennesimo libro contro la moneta unica o manifesto dell'euroscetticismo? Una cosa è certa, venderà tanto. Lunga intervista della FAZ


Nel suo nuovo libro sulla crisi, che ha presentato martedi, attacca una larga parte della classe politica, pronta a fare di tutto per stabilizzare l'Euro.

FAZ: Herr Sarrazin, prima la Germania si stava annullando (precedente libro), e ora non abbiamo piu' bisogno dell'Euro. Perchè le piacciono tanto le distruzioni?

SA: Il mio punto di vista critico deriva dalle esperienze avute come politico e funzionario. E' molto difficile  nelle strutture democratiche sviluppare delle decisioni che riescano a prendere in considerazione gli effetti di lungo periodo.

FAZ: Non è sempre stato così?

SA: Per questo il mondo non ha sempre funzionato bene, come sarebbe stato possibile. Ci sono sempre tuttavia delle isole che funzionano relativamente bene

FAZ: Perchè in Europa l'ordine è andato perduto?

SA: Lei ora lo ha sottolineato. La conoscenza va perduta quando le persone muoiono. Deve essere sempre acquisita di nuovo. Ma questo avviene sempre in maniera limitata. Ed è  quanto accaduto con il quadro normativo liberale, che sembra in gran parte dimenticato.

FAZ: Che cosa c'entra questo con la moneta unica?

SA: Il progetto della moneta unica era stato giustificato politicamente con l'obiettivo di una Europa unita. Ma quale deve essere il contenuto di una nazione europea futura o di uno stato federale? L'elemento formativo dell'Europa sono le culture, che corrispondono con i confini linguistici. La perdita di una lingua comune delle elite, come un tempo era il latino, piu' tardi il francese o il tedesco, è qualcosa di molto significativo. L'inglese è solo una sostituzione condizionale. L'Europa senza  la Gran Bretagna è una costruzione dove i partecipanti, quando parlano l'uno con l'altro, si comprendono in una lingua straniera. Si può naturalmente costruire uno stato con piu' lingue, ma le difficoltà crescono.

FAZ: Quale potrebbe essere allora il denominatore comune?

SA: Tre elementi: pace e libertà; lavoro per tutti; benessere. Dopo che i conflitti etnici sono stati risolti, la pace non è piu' minacciata. Abbiamo numerose istituzioni internazionali che regolano la vita comune. L'errore storico è stato voler utilizzare la moneta unica come elemento trainante per portare avanti l'integrazione europea.

FAZ: Lei analizza gli errori compiuti alla nascita dell'Euro e quelli fatti durante la sua crescita. L'Euro non è stata una buona idea. Perchè allora è stato fatto?

SA: Il motivo trainante era la volontà del cancelliere Helmut Kohl, il quale aveva promesso, che l'unione politica sarebbe seguita. Questo è stato un atto di imbroglio politico.

FAZ: Può la volontà politica ignorare alla lunga i dati economici?

SA: La ragione economica ci dice che sarebbe meglio tornare ad un sistema integrato ma con tassi di cambio variabili. Poichè non possiamo costringere i francesi a seguire il nostro modo di intendere l'economia. Ma l'esperienza ci insegna anche che è possibile governare contro i principi economici anche per 10, 20, 50 o addirittura 70 anni. L'intero sistema socialista è stato gestito in questo modo.

FAZ: L'Euro oltre a essere un errore, è anche un disastro per l'Europa?

SA: Quali vantaggi ha, se dovesse avere successo? Si risparmiano i costi di cambio e si rendono piu' facili le transazioni. Questo può portare lo 0.1 o lo 0.2 % di crescita. Ma se non dovesse funzionare, gli svantaggi sono in maniera sproporzionata piu' grandi dei possibili vantaggi. Il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ha recentemente dichiarato, il 3% di inflazione sarebbe ancora normale. Nello stesso tempo vende le sue obbligazioni federali (Bundes) all' 1.5% di interesse. Schauble crede che i debiti dello stato saranno annullati. E quest'uomo diverrà capo dell'Eurogruppo.

FAZ: Un princio di fondo dell'unione monetaria, la clausola di no bailout, con cui si doveva evitare il trasferimento del debito da un paese all'altro è perduta. Perchè i mercati hanno giocato a lungo il gioco della convergenza dei tassi, nonostante questo divieto?

SA: Molti dei nostri partner alla firma del trattato di Maastricht hanno visto prima di tutto l'aspetto dell'opportunità e meno quello del vincolo. De Gaulle disse una volta, i trattati sono come i fiori e le giovani donne; hanno il loro tempo. Gli altri partner hanno sottovalutato, quello che intendevamo con l'indipendenza della banca centrale. Non hanno pensato, che il principio del no-bailout significava che da noi non avrebbero ricevuto denaro. Questa incomprensione c'è stata anche sui mercati. Come funzionario di lungo periodo del ministero delle finanze arrivo dalla tradizione della politica monetaria tedesca. Il finanziamento degli stati mediante la banca centrale è impensabile, vera e propria pornografia finanziaria. Per questo motivo non abbiamo riflettuto sul fatto, che per gli altri paesi l'acquisto di debito pubblico mediante la banca centrale può avvenire senza problemi.

FAZ: Che cosa succede quando gli investitori riconoscono che i titoli di stato europei non sono piu' così sicuri?

SA: Il rimborso delle obbligazioni greche non era mai stato in discussione, perchè inchiostro sufficiente per la stampa di denaro ce ne sarebbe sempre stato. Questo oggi non è piu' valido. L'euro è per il finanziamento di ogni stato una moneta straniera. Quando 10 anni fa l'Argentina è fallita, ho detto al parlamento di Berlino, che a confronto con quello della città di  Berlino il bilancio argentino era relativamente solido. La differenza era che l'Argentina si era indebitata in dollari. Per l'area Euro ci sono 2 modi per affrontare il problema. Il primo privilegia le banche, e sarebbe: alla fine la banca centrale dovrà essere prestatore di ultima istanza. Sarebbe stato piu' corretto dire: dobbiamo gestire gli stati come privati o aziende. Con obbligazioni di bassa qualità saranno costretti a pagare per i debiti dei tassi di interesse superiori.

FAZ: Lei scrive però che per la sopravvivenza dell'Euro "nel contesto della ragionevolezza", deve essere fatto tutto il necessario. A che cosa pensa?

SA: La Germania non ha nessun'altra scelta, se non quella di rimanere fedele ai trattati. Questo significa, una volta che le garanzie sono state offerte devono essere rispettate. Piu' queste posizioni vengono sostenute con forza,  meglio saranno comprese dagli altri. La cancelliera Merkel deve dire chiaramente al nuovo presidente francese, che la Germania sul Fiskalpakt non intende retrocedere.

FAZ: Ritiene che il firewall del fondo di salvataggio abbia senso e sia utile?

SA: Lo considero un imbroglio. Mi ricordano i muri del reattore di Fukushima. Per la marea normale resistono, ma non sono necessari - questo è il caso della Grecia. Un muro destinato a tenere, dovrebbe essere grosso a sufficienza per la Spagna. Poi si potrebbero reinserire gli Eurobond, che garantiscono per tutti gli stati.

FAZ: Lei pensa sia un'illusione il ritorno al rispetto dei trattati e un rilancio della clausola di No - bailout?

SA: La possibilità di un ritorno della politica ai principi fondativi la considero molto piccola. Questo non significa che non sia giusto o che non sia possibile. Ma l'avvicinarsi della catastrofe che molti politici ipotizzano non esiste davvero. L'Europa può vivere molto bene anche senza l'Euro.

FAZ: Lei descrive come in una teleconferenza notturna del maggio 2010 la BCE decise di acquistare le obbligazioni dei paesi in crisi, contro la volontà dei membri del consiglio tedeschi. Perchè la Bundesbank non ha reso pubblico questo sviluppo prima?

SA: La classe politica nel complesso non ha capito bene  che cosa il trattato di Maastricht fosse in realtà. Horst Köhler, che lo sapeva, è stato a lungo presidente della Bundesbank e ha taciuto. Hans Tietmeyer era già in pensione e non ha piu' esternato sull'argomento. Otmar Issing ha lottato. Helmut Kohl era malato. Theo Waigel parlava di pace in Europa. E Peer Steinbruck era già stato assunto come pompiere della crisi finanziara mondiale, l'Euro nel suo periodo da ministro non era stato un problema. E poi è arrivato Wolfgang Schäuble. Schäuble a causa della sua socializzazione è un tipico prodotto degli anni '50. Al centro della sua azione politica c'è l'impegno "mai piu' guerra in europa" e "l'amicizia franco-tedesca" e alla fine lo sviluppo di uno stato europeo nel quale la Germania dovrà integrarsi. Schäuble crede in questo.

FAZ: Che cosa stava accadendo ai vertici della Bundesbank, al quale lei apparteneva?

SA: Secondo la mia impressione il precedente presidente della Bundesbank Weber aveva un limitato contatto con la cancelliera. Nel consiglio della Bundesbank manteneva un profilo basso. Eravamo divisi in consiglio. Un altro membro ed io eravamo fortemente contrari ad ogni violazione della clausola di no-bailout e se necessario pronti a sopportare un'insolvenza della Grecia. Un altro membro del consiglio voleva evitare il fallimento della Grecia a tutti i costi, paventando una Lehman 2. Altri 2 membri mantenevano un profilo basso come Weber. In questa situazione ho tenuto un discorso a Salisburgo, dove ho detto che un fallimento della Grecia non sarebbe stato un disastro. Se avessimo aiutato i paesi in difficoltà, avremmo creato le condizioni per un aumento dell'inflazione. Weber mi ha pregato di rivedere, quello che io non intendevo accettare. Questa è stata la sola dichiarazione della Bundesbank prima del 10 maggio 2010.

---CONTINUA---


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